Epifania 2012

Nella solennità dell’Epifania la Chiesa continua a contemplare e a celebrare il mistero della nascita di Gesù salvatore. In particolare, la festa di oggi sottolinea il significato universale di questa nascita. Facendosi uomo, il Figlio di Dio è venuto non solo per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata dai Magi.

Ed è proprio sui Magi e sul loro cammino alla ricerca del Messia che la Chiesa ci invita oggi a meditare e. Nel Vangelo abbiamo ascoltato che essi, giunti a Gerusalemme dall’Oriente, domandano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” (v. 2). I magi erano uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita.
Mi soffermo un po’ su questi Magi e considero ciò che essi trovano, nel loro cammino, nella grande città di Gerusalemme.
Anzitutto incontrarono il re Erode. Certamente egli era interessato al bambino di cui parlavano i Magi; non però allo scopo di adorarlo, come vuole far intendere mentendo, ma per sopprimerlo. Erode è un uomo di potere, che nell’altro riesce a vedere solo un rivale da combattere.
Anche Dio gli sembra un rivale, un rivale che indica la strada da percorrere nella vita e impedisce, così, di fare tutto ciò che si vuole. Allora Dio stesso deve essere offuscato. Erode è un personaggio che non ci è simpatico. Ma dovremmo chiederci: forse c’è qualcosa di Erode anche in noi? Forse anche noi, a volte, vediamo Dio come una sorta di rivale? Forse anche noi siamo ciechi davanti ai suoi segni, sordi alle sue parole, perché pensiamo che non ci permetta di disporre dell’esistenza a nostro piacimento?
Quando vediamo Dio in questo modo finiamo per sentirci scontenti, perché non ci lasciamo guidare da Colui che sta a fondamento di tutte le cose. Dobbiamo togliere dalla nostra mente e dal nostro cuore l’idea della rivalità. Dobbiamo aprirci alla certezza che Dio è l’Unico capace di offrirci la possibilità di vivere in pienezza, di provare la vera gioia.
I Magi poi incontrano gli studiosi, gli esperti che sanno tutto sulle Sacre Scritture. Per loro le Scritture diventano una specie di atlante da leggere con curiosità, un insieme di parole e di concetti da esaminare. La Parola di Dio non è un oggetto da studiare, ma un libro che ci indica la via per giungere alla vita.
Dobbiamo vedere la parola della Bibbia come la verità che ci dice che cosa è l’uomo e come può realizzarsi pienamente, la verità che è la via da percorrere quotidianamente, insieme agli altri, se vogliamo costruire la nostra esistenza sulla roccia e non sulla sabbia. L’esperienza che inizierà questa settimana dei GRUPPI di ASCOLTO del VANGELO hanno come obiettivo proprio questo: lasciarsi guidare da una Parola che è vita.
E veniamo così alla stella. I magi seguendo questa stella giungono a Gerusalemme. Ma sopra la grande città sparisce, non si vede più. Che cosa significa? Per quegli uomini era logico cercare il nuovo re nel palazzo reale. Ma, probabilmente con loro stupore, dovettero costatare che quel neonato non si trovava nei luoghi del potere e della cultura. Si resero conto, invece, che, a volte, il potere, sbarra la strada all’incontro con quel Bambino. La stella li guidò allora a Betlemme, una piccola città; li guidò tra i poveri, tra gli umili, per trovare il Re del mondo. I criteri di Dio sono differenti da quelli degli uomini; Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma nell’umiltà del suo amore, quell’amore che chiede alla nostra libertà di essere accolto per trasformarci e renderci capaci di arrivare a Colui che è l’Amore.
La stella che ha condotto questi magi è l’ascolto della voce delle Sacre Scritture: solo esse potevano indicare loro la via. E’ la Parola di Dio la vera stella. Lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda. La nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi.