II DOMENICA dopo l’epifania 2012

Le domeniche dopo l’Epifania vogliono aiutarci a scoprire sempre di più volto del nostro Dio che vuole manifestarsi, che vuole rivelare il vero volto del suo Figlio Gesù.
Epifania = manifestazione a tutte le genti,
il Battesimo = Dio stesso che presenta suo figlio,
Il miracolo di Cana è Gesù che “manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui", con il miracolo delle nozze di Cana iniziano così i segni che manifestano, che presentano “chi è Gesù”.

Nel Vangelo di Giovanni non si usa il termine miracolo, prodigio, ma SEGNO. Il “segno” è un elemento visibile che conduce all’invisibile, è un’azione fisica che però conduce alla cono-scenza di una realtà più grande, superiore, non percepibile ai sensi.
Vogliamo riflettere su qualche segno presente nel brano di oggi.
Il primo è quello del banchetto: nell’antico testamento spesso si parla di banchetto.  E’ il luogo in cui si vive l’amicizia, la condivisione.
La lettura del Profeta Isaia ci dice: “Prepara il Signore per tutti i popoli un banchetto di vini eccellenti”.
Gesù sceglie il contesto di un banchetto per rivelare la qualità del suo essere messia.
La festa di nozze, nella Sacra Scrittura è simbolo dell'alleanza, del patto che lega Dio e uomo. E Gesù si trovava a quelle nozze, la sua presenza ha salvato quegli sposi, ha ridato un nuovo sapore alla gioia. La presenza di Gesù è questa gioia. La presenza di Gesù dà un senso vero non solo alla famiglia, ma a tutta la comunità cristiana. Che proprio perché è cristiana deve essere testimone di gioia, e la vera gioia è in Gesù.
Ed ecco, allora,  un secondo segno:  il segno del vino.
La madre di Gesù si accorge che sta finendo il vino. Non è preoccupata per sé o per il suo apparire. I suoi occhi e il suo cuore guardano e si preoccupano che tutti siano felici, che quella festa non sia turbata. Si avvicina quindi al Figlio e gli dice: "Non hanno più vino". Maria sentiva anche sua quella festa; sentiva anche sua la gioia dei due sposi. Il senso vero delle parole di Maria, perciò, possiamo tradurlo così: "Noi non abbiamo più vino".
Dovremmo dirlo ogni giorno per noi e per i tanti che hanno bisogno di aiuto, che non speri-mentano misericordia, che hanno bisogno di perdono, di amicizia, di solidarietà.
A Cana Maria indica la via ai servi: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela".
E' la via semplice dell'ascolto del Vangelo; una via che tutti possiamo percorrere.
Gesù è il vino nuovo, il vino buono.
La mancanza di vino. Significa fine della festa. "Qualsiasi cosa vi dica, fatela!".
"Non hanno vino"... “Non hanno gioia”… “Non hanno fede”… “Non hanno amore”…
Quante carenze esistono oggi, carenze di senso e di sicurezza! Carenza di Dio, carenza di fede, carenza di punti fermi di verità, carenza di punti d'appoggio perché non fondati sulla roccia sicura dell'Amore che è Dio.
Forse è la mancanza di questo “vino” che non ci rende più efficaci testimoni e missionari. E’ questo il “vino” che tiene uniti gli sposi e la famiglia. E’ questo il “vino” che rende le nostre comunità vere, aperte, desiderose di testi-moniare il Vangelo.
Si rischia di essere come le “anfore  vuote” del vangelo!!!
Oppure sempre le anfore, ma piene d’acqua … senza gusto, senza sapore … che non riempie la festa.
Maria si è fidata di Dio. Il suo “si” si traduce con la frase: Siamo pronti anche noi a fare ciò che lui ci chiede, tutto ciò che Dio ci dice, perché l’uomo trova il suo vero bene nel fare la volontà di Dio.
Nel cuore di Maria c’è la certezza che bisogna affidarsi a Dio, c’è la grande speranza che non delude, perché in Gesù troviamo la via d’uscita dalle situazioni chiuse e difficili della propria storia.
Chi trova Gesù trova la gioia.