PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Il tempo dopo l’Epifania ci ha permesso di vedere nella venuta nel mondo del Figlio di Dio il manifestarsi, in Lui e grazie a Lui, del progetto di Dio, un progetto che non riguarda solo Israele, il popolo della prima alleanza, ma l’intera umanità, riguarda noi.
Tanti sono stati i modi conosciuti dal Vangelo che ci hanno manifestato il volto di Dio.

Oggi Gesù manifesta la volontà di Dio verso tutti gli uomini “stando a mensa”con i farisei osservanti della Legge così come con i peccatori di cui è rappresentante la donna peccatrice. Con questo suo atteggiamento Gesù ha mostrato il volto autentico di Dio, che è buono, misericordioso, paziente, accogliente, pronto sempre al perdono più largo e generoso. Ecco perché questa domenica è chiama della “divina clemenza”.
Ci lasciamo guidare dal brano di Vangelo dove troviamo Gesù che è invitato a pranzo a casa di un fariseo, Simone è il suo nome.
Simone pensava di avere fatto un gesto nobile nell'invitare il discusso Maestro di Nazareth alla sua mensa. Non lo vedeva con disprezzo, come facevano molti del suo movimento, anzi. Era davvero incuriosito dalla predicazione di questo falegname del Nord scopertosi Profeta.
Ma quando Simone e gli altri invitati vedono entrare "quella peccatrice”, di colpo tutti tacciono.
L'imbarazzo è generale.
La donna peccatrice che entra in casa di Simone il fariseo è sotto gli occhi di tutti e le reazioni sono diverse.
Il fariseo rimane scandalizzato che uno come Gesù si faccia toccare, baciare da una donna del genere. Ma come? Un profeta che si fa avvicinare da una peccatrice?
Gesù, invece, proprio perché è un profeta si fa avvicinare, ungere, asciugare e baciare da quella donna; proprio perché conosce il cuore del Padre alla ricerca di ogni figlio accoglie quella donna e, senza che lei chieda nulla, la perdona.
Il fariseo vede una peccatrice, Gesù invece vede una donna da accogliere e da amare.
E’ interessante lo sguardo di Gesù. Pensiamo allo sguardo su Zaccheo che gli ha fatto ribaltare la sua vita. O Matteo il pubblicano che lo ha schiodato dal banco delle imposte. O lo sguardo rivolto sui suoi discepoli.
Oggi questo sguardo è per noi. Per noi così come siamo oggi, con le nostre fragilità, con le nostre amarezze e le nostre gioie. Questo sguardo è per noi, per lasciarci perdonare e accogliere dal Padre
Gesù è la “clemenza” di Dio in persona che chiede a tutti gli uomini, rappresentati dal fariseo che lo ha invitato a pranzo e dalla donna peccatrice, di rivolgersi a lui con l’animo desideroso di accogliere l’amore di Dio.
Il Vangelo ci dice che la donna peccatrice si è rivolta a Gesù con quell’atteggiamento che ci è suggerito dal ritornello al Salmo: «Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore» riconoscendo LUI come sorgente di amore che perdona e ridà vita.
La sua misericordia, mentre gli permette di fare nuova la vita della peccatrice, fa luce anche nel cuore del fariseo; e mette a confronto due umanità (quella della donna peccatrice e quella di Simone, il fariseo), due umanità che possiamo riscontrare anche in noi, Gesù per tre volte dice: tu Simone non … ; lei invece sì …
Il numero tre esprime perfezione, totalità.
Simone, dice Gesù:
Tu conosci le regole dell’accoglienza,
    lei le mette in pratica.
Tu mi hai accolto in casa tua con freddezza;
    lei mi ha accolto con calore dentro la sua vita.

Tu mi hai aperto la dispensa;
   lei mi ha aperto il cuore.
Tu hai giudicato lei e me;
   lei non ha giudicato nessuno.
Tu sei rimasto legato alla legge ed alle tradizioni del tuo paese;
   lei le ha coraggiosamente infrante, ma ha spezzato anche la catena del peccato, che la teneva schiava.
E Gesù ha riservato per la peccatrice una triplice benedizione:
•    “Ti sono perdonati i tuoi peccati”;
•    “La tua fede ti ha salvata”;
•    “Vai in pace”.
Benedetto XVI ha commentato questo testo così: “Significativo è il messaggio di questo episodio del Vangelo: a chi molto ama, Dio tutto perdona. Chi confida in se stesso e nei propri meriti è come accecato dal suo io e il suo cuore si indurisce nel peccato. Chi invece si riconosce debole e peccatore si affida a Dio e da Lui ottiene grazia e perdono”.  
Con grande umiltà lasciamoci avvolgere dalla “clemenza” di Dio. Riconosciamo i nostri peccati, mettiamoci davanti a Lui con la nostra miseria e rinnoviamo il nostro amore verso di lui: allora Dio sarà grande nel suo perdono.