Veglia Pasquale 2012

Stiamo celebrando questa veglia pasquale che è chiamata la madre di tutte le veglie. Ed anche il canto, le luci, i fiori… tutto contribuisce a darci il senso della Pasqua. Per quaranta giorni abbiamo taciuto l'Alleluja per poterlo cantare questa notte con un desiderio più intenso.

L'Alleluja è il canto che risponde all'azione potente di Dio; significa: "Lodate il Signore": lodatelo per la sua grandezza, lodatelo per il suo amore, lodatelo per la sua fedeltà. Quando Dio agisce nel mondo, quando percepiamo nella nostra vita l’amore di Dio, l'uomo non può tacere, deve lodare con gioia; e l'Alleluja è lode, è ringraziamento, è stupore, è la risposta a qualcosa di grande che è avvenuto per noi, per la nostra salvezza. “Quel Gesù che cercate. Gesù il Crocifisso. Non è qui. E’ Risorto.”

Anche noi siamo provocati da questa pagina di Vangelo. Che cosa facciamo noi di questo annuncio pasquale? Che cosa ne facciamo del Vangelo, dell’annuncio dell’angelo davanti al sepolcro aperto e vuoto? “Non abbiate paura. E’ risorto”. La risurrezione di Gesù manifesta quest’azione di Dio in modo unico e definitivo.

Nella risurrezione Dio ha fatto passare Gesù da una condizione umana (cioè vissuta nel mondo, sottomessa alle leggi e ai condizionamenti del mondo) a una esistenza risorta (cioè vissuta in Dio, libera da ogni condizionamento e da ogni limite). Facendo così tutta la vita di Gesù, tutte le sue parole e le sue azioni hanno ricevuto l'approvazione di Dio; se il mondo, gli uomini, hanno condannato ed eliminato Gesù considerandolo un impostore o un illuso, Dio invece gli ha dato ragione, ha confermato il suo modo di vivere con l'autorità divina. Il primo messaggio della Pasqua riguarda dunque Gesù e il valore della sua vita, della sua morte. Che Gesù sia stato una personalità significativa nella storia religiosa del mondo non fa problema a nessuno. Ma si tratta di sapere che Egli è il rivelatore di Dio, del suo volto di luce.

Il cristianesimo nasce da questa convinzione: che Gesù è vivo; che le sue parole sono vive in Lui, che Egli non ha cessato di operare con la sua morte sul Calvario, anzi che la sua azione ha oggi una forza maggiore di quando camminava per i sentieri della Galilea.

Ci siamo trovati, in questa notte, per celebrare la Pasqua di Gesù. Fosse solo il ricordo mentale di un uomo del passato, non c'era bisogno di venire qui di notte, di usare incenso e fuoco e candele, di cantare inni. Gli anniversari si commemorano in piazza o in teatro, ascoltando discorsi che narrano alcuni eventi del passato che riteniamo utile ricordare. Noi no, non facciamo questo; noi facciamo memoria di Gesù non come di un uomo del passato da conoscere, ma come di un vivente da incontrare. Non parliamo solo di Lui, parliamo a Lui. Gli parliamo con desiderio per dirgli la nostra fede e la nostra dedizione. Non ci basta una memoria del passato; abbiamo bisogno di Lui, di incontrarlo oggi e di stabilire con Lui un rapporto attuale di conoscenza e di amore.

Questo rapporto di amore è iniziato con il giorno del nostro Battesimo. E in questa veglia pasquale faremo memoria del nostro Battesimo

Che cosa avviene realmente nel battesimo che abbiamo ricevuto nella nostra infanzia? Ricevere il battesimo significa passare da una vita che si muove solo all'interno del mondo a una vita che si apre a Dio; a una vita che vuole realizzarsi come dono di sé e come servizio al prossimo; a una vita che cerca la gloria di Dio. Vivere in questo modo non significa disprezzare il mondo e le cose belle che sono nel mondo. Al contrario, una vita vissuta sinceramente per Dio porta nel mondo bontà e amore, servizio e mitezza, pazienza e fedeltà – rende quindi la vita di tutti nel mondo più degna e più bella.

Noi siamo testimoni di vita! Anche se le incertezze, i dubbi, le fragilità in tutti i campi sembrano schiacciarci, non dobbiamo perderci d’animo. Non siamo soli. Il battesimo ci ha inseriti in Cristo e Cristo vive in mezzo a noi.

Questo impegno lo abbiamo rinnovato al termine delle missioni popolari e questa sera con la nostra professione di fede vogliamo riconfermarlo.

Per questo intoniamo l'Alleluja: che la vita di Gesù si imprima profondamente in noi e modelli i nostri desideri; che la nostra vita diventi sempre più simile, nelle motivazioni e negli obiettivi, a quella di Gesù; che la nostra fatica di vivere possa sfociare nella pienezza di consolazione e di gioia della risurrezione, della comunione con Dio e con tutti gli uomini in Dio.