Ri-mettere al centro Gesù

Qualcuno dice che per scoprire il senso proprio del termine «ricordare» si debba scomporre la parola in «ri-cor-dare»: «ri-dare al cuore». Possiamo fare allora la stessa cosa con il Mistero della vita di Gesù che nella MISSIONE POPOLARE saremo chiamati a rimettere al centro della nostra vita, «ridare al cuore», «rimettere al centro».

Per iniziare a «ri-mettere» nel nostro cuore questo mistero, mi faccio introdurre non da una complicata pagina di riflessioni teologiche, ma da un fatto di cro-naca, perché Dio é sempre in qualche modo spiegabile con la densità di un amore vivo e concreto.
Una mamma passeggia con il suo bambino mano nella mano, ai bordi di una strada. Il piccolo le lascia la mano, per gioco, perché vuole camminare da solo. Corre, salta, ma scende dal marciapiede proprio nel momento in cui arriva un’automobile a forte velocità nella direzione opposta. La mamma si butta sul bambino. Un solo istante, l’attimo di una
spinta, e si fa investire al posto del figlio. «Non c’e amore più grande di questo: dare la vita» dice Gesù ai suoi amici nell’ultima cena. Per amore quella mamma aveva dato la vita «a» quel bambino. Per amore ha dato la vita «per» quel bambino.
Dio ha il cuore di mamma. Si é buttato su di noi. Si butta su di noi ogni volta che ci stacchiamo da lui, dalla sua mano, perché vogliamo camminare da soli, vogliamo giocare per conto nostro. Si butta su di noi ogni volta che della vita qualcosa ci viene contro e ci schiaccia! Non solleva automobili, come farebbe superman. Si butta su di noi, come fa-rebbe una mamma. E’ curioso come tutto sia raccolto nella parola «passione»: passione é la sofferenza più atroce, ma insieme è l’amore più bruciante. Egli è morto per noi perché noi conti-nuassimo a vivere. Istinto di mamma. Slancio d’amore. Amore, solo amore. Il Vangelo di Gesù ci fa appassionare alla vita. Appassionati, passionali e non appassiti. Solo chi vive di passio-ne, appassiona.
I giorni che ci attendono sono un dono del Signore per “appassionarci” del Vangelo di Gesù, della Sua Parola. La MISSIONE POPOLARE ha solo questo scopo: “ri-mettere” il nostro cuore nel cuore di Gesù.
Questo comporta fatica, decisione, coraggio se vogliamo appas-sionarci di Lui.
Del resto si giunge al mattino soltanto attraverso le ombre della notte. Se vogliamo lasciarci coinvolgere, “la fede é fare il pri-mo scalino anche quando non vedi l’intera scala» (Martin Lu-ther King) e se non vogliamo la-sciarci coinvolgere, comunque la
luce esiste anche in un mondo di ciechi.
La MISSIONE POPOLARE coincide con il tempo liturgico della QUARESIMA. Questo tempo ci chiama non ad essere “tristi”, ma a essere “seri”: cioè a cogliere un tempo favorevole, di grazia. Per questo “fare quaresima” non è questione di bocca, ma di cuore e di cervello. Non è “fare meno”, ma fare “meglio”.
Sant’Alberto Magno diceva: “Solo quando si rientra veramente in se stessi si sale verso Dio».
La MISSIONE POPOLARE è quel tempo per rientrare in noi stessi e salire verso Dio e la QUARESIMA è il tempo per met-tere ordine nella nostra giornata, per stare bene. Questo è certa-mente più faticoso rispetto a fare tanti sacrifici “da dieta”. Lo sforzo di ciascuno di noi è di scegliere le priorità: di venerdì, per esempio, è più importante un uovo o una carezza o un gesto di attenzione verso chi ha bisogno? Se pranzo con qualcuno, è più importante far vedere che il venerdì non mangio la carne o faccio il segno della croce prima di mangiare? Perché non provare a digiunare dalla televisione per nutrirmi di riflessione o di dialogo con se stessi, con Dio e con chi ci ama?
Il Signore ci spinge a trovare spazi sempre nuovi per poterci fermare nel silenzio a incontrare noi stessi, a sorridere alla vita, a gustare l’amore che mi circonda, perché è lì che troveremo lui ad attenderci da tempo.
Che la MISSIONE POPOLARE trovi in ciascuno di noi un cuore aperto e nuovo.