FESTA DI TUTTI I SANTI 2012

Chi è il vero protagonista della festa di oggi?

Cosa ci direbbero i santi che stiamo ricordando e venerando come nostri testimoni?

Il vero e solo protagonista della festa di Tutti i Santi è il grande amore del Padre, manifestato in Gesù. Contemplare questo amore ci permette di fissare bene nel cuore e nella mente alcune delle caratteristiche fondamentali della santità cristiana. I santi cristiani hanno alcuni tratti della loro identità che non vanno confusi con nessun’altra idea di eroismo.

Il primo di questi tratti è il fatto che noi siamo figli e non dipendenti e dunque la nostra relazione con Dio non è una relazione di patti commerciali, io do e tu mi dai, la nostra relazione con Dio, se è una relazione cristiana, deve essere una relazione vissuta nella gratuità e nell’amore. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione? L’angoscia? La persecuzione? Il pericolo? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati”. Sempre la lettera di S. Paolo ci dice che Gesù: “E’ il Primogenito tra molti fratelli” fratelli di Gesù e fratelli tra noi. Comprendiamo allora perché Gesù disse “da questo riconosceranno che siete miei discepoli”. Noi dovremmo dire “da questo si riconosce il Santo cristiano”, dall’amore che abbiamo gli uni per gli altri .

Ce l’abbiamo questa testimonianza? Questa è la santità. Per cui noi dobbiamo somigliare a Gesù.

Le Beatitudini che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo sono la descrizione della nostra somiglianza con Gesù. Ciascuna di queste Beatitudini indica una caratteristica della vita, del cuore, dei sentimenti che noi dovremmo prima vedere in Gesù e poi allora capire e applicare alla nostra vita.

E tutto questo si traduce non in gesti straordinari, non in gesti eccezionali della vita ma nella normalità del nostro quotidiano. Noi non leggiamo nel Vangelo: beati quelli che fanno i miracoli. Noi non leggiamo nel Vangelo: beati quelli che fanno gesti eroici. Non sono beati questi o se sono beati, questi lo sono perché anche sono capaci di costruire un cuore da povero, capaci di essere miti, capaci di continuare ad avere fame e sete della giustizia nonostante tutte le delusioni; capaci di soffrire le calunnie senza rispondere ad esse con altrettanta cattiveria e via di questi passo; cose che Gesù ci ha detto parlando della nostra vita di ogni giorno.

Ma il punto decisivo della nostra somiglianza con Gesù è quello che ci è stato accennato nel libro dell’Apocalisse, nella prima lettura della Messa, quando ci è stato detto : “hanno lavato le loro vesti immergendole nel sangue dell’Agnello”. Gesù ha manifestato fino in fondo l’identità di Dio, quando ha dato se stesso per noi. Ed è questa l’unica misura della santità.

Ecco il cammino che hanno percorso i santi. E questo è il cammino che dobbiamo percorrere anche noi, perché ogni battezzato è chiamato a divenire santo. Per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo anche di fronte alle difficoltà.

L'esperienza della Chiesa ci dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio.

Nel Prefazio proclameremo che i santi sono per noi amici e modelli di vita. Invochiamoli perché ci aiutino ad imitarli e impegniamoci a rispondere con generosità, come hanno fatto loro, alla chiamata di Dio.