Relazione PARROCCHIA DI PREMEZZO

La Parrocchia “S. Antonino Martire” di Premezzo è una realtà del Comune di Cavaria con Premezzo che consta di 1200 famiglie e circa 2.800 abitanti, è la più grande della COPS.

Si tratta di una parrocchia che si è espansa particolarmente sotto l’impulso e lo sviluppo della Grande Malpensa, tanto che vi è stato un incremento numerico di circa 1.000 abitanti negli ultimi 10-15 anni.

I principali nuclei abitativi si concentrano in una bella zona residenziale di recente costruzione, ma priva dei principali servizi, che sono presenti nel solo territorio di Cavaria.

Nella Parrocchia di Premezzo ci sono due Chiese: S. Antonino a Premezzo Alto e S. Luigi a Basso oltre ad una Scuola Materna Parrocchiale frequentata ora da circa settanta bambini.

Dal 1986 - anno in cui ci ha lasciati il parroco storico di Premezzo, don Battista Testa - fino alla costituzione della Comunità Pastorale, in parrocchia si sono avvicendati ben sette sacerdoti.

Dal luglio 2008 sono venute a mancare le suore Oblate di Gesù e Maria, in parrocchia da 22 anni.

Nel 2007 sono stati bloccati dalla Curia Arcivescovile di Milano i lavori di ampliamento di un piccolo locale prefabbricato in legno che consideriamo il nostro Oratorio, struttura sulla quale, a seguito di denuncia da parte da una famiglia confinante, grava dal 2003 una sentenza del Tribunale di Busto Arsizio che inibisce lo svolgimento di attività sportive, ludiche e ricreative “sino a che non vengano adottati accorgimenti atti a contenerne la rumorosità entro il criterio della normale tollerabilità”.

La Parrocchia di Premezzo ha una bella Chiesa S. Antonino, la Liturgia è ben curata e favorisce un clima di fede e di preghiera; ma non ha una struttura altrettanto capace di accogliere la vita fraterna (caritativa, formativa, ricreativa) poiché l’attuale edificio prefabbricato, da tutti denominato “baracca”, è inadeguato per i bisogni pastorali. Questo costituisce un motivo di forte sofferenza per i parrocchiani che si sentono privati di una pastorale fondamentale, quella dell’oratorio. In questo periodo con Don Claudio si sta tentando una “possibile” soluzione, ma sono molti i problemi, non ultimo quello economico, tanto che a volte non sembra esserci via d’uscita.

Tuttavia grazie all’impegno dei diversi sacerdoti che si sono avvicendati e alla grande disponibilità e generosità del buon gruppo di animatori, si è sempre cercato di mantenere viva l’attività oratoriana negli spazi consentiti.

Va considerato inoltre che non esiste nessun luogo aggregativo nel paese, se non il centro anziani.

 

La parrocchia è ora strutturata in commissioni e gruppi parrocchiali che, coordinati da Suor Maria Grazia Negri, referente della nostra Parrocchia, operano in modo autonomo nel gestire la pastorale parrocchiale, sempre tenendo conto del cammino di fede comunitario.

La nostra è una parrocchia vivace, ma che ha risentito del passaggio verso la Comunità Pastorale.

Per tutti, l’avvento della CP rappresentava il timore di non avere più la presenza di un sacerdote insieme alla paura di perdere la propria identità e le proprie tradizioni.

L’avvicendamento di più figure sacerdotali nel corso degli anni ci ha abituato al cambiamento e al rimetterci ogni volta in gioco.

Soprattutto l’ultimo sacerdote di Premezzo, don Stefano Saggin, ci ha introdotto verso l’orizzonte della Comunità Pastorale e, nonostante i dubbi, le perplessità e le incertezze, ci ha abituati al dialogo e alla collaborazione con la Parrocchia di Cavaria, collaborazione che è stata sicuramente positiva e costruttiva.

Per quanto riguarda noi laici la Comunità Pastorale ci ha “costretti” alla verifica dei nostri cammini pastorali, a metterci alla prova sulla vita fraterna, a uscire dal nostro guscio e dalla routine; è cresciuta la consapevolezza della missione a noi affidata; ci ha permesso anche di apprezzare le ricchezze delle altre comunità.

Grazie alla Comunità Pastorale molte cose sono più facili se affrontate insieme; lo Spirito Santo ci ha aiutato ad avere molta pazienza per riuscire a realizzare le varie iniziative a quattro mani.

Le maggiori difficoltà restano la mancanza di un prete nella singola parrocchia; (la gente avverte la fatica di Don Claudio che, obiettivamente, non può raggiungere tutti) e la mancanza di una “figura sacerdotale” dedicata ai giovani, che possa essere per loro un riferimento spirituale.

Attualmente la Pastorale giovanile è seguita da suor Patrizia e dal seminarista Valentino.

Come per la Parrocchia, anche per la Comunità pastorale, chi non ha un impegno specifico non avverte i cambiamenti in atto e sembra continuare come sempre.

I numerosi laici impegnati nei vari ambiti pastorali faticano a comprendere il significato e le modalità dell’essere corresponsabili.

Dallo scorso anno, sulla scia delle Missioni Popolari sono attivi diversi Gruppi di Ascolto: la partecipazione è buona ma si avvertono le mancanze delle famiglie giovani e della fascia dei quarantenni.

A volte percepiamo il pericolo che si organizzino tante attività, seppur belle, edificanti e coinvolgenti, ma che rischiano di farci perdere di vista il cammino di fede personale e comunitaria.

Un’assoluta necessità avvertita nella nostra parrocchia è l’esigenza di intensificare la pastorale famigliare.

Nella nostra realtà ci rendiamo conto che è necessario insistere nel costruire un vero stile di comunione, sia in parrocchia sia nella comunità: a volte l’ascolto e il dialogo reciproco sono difficili e non sempre sappiamo discernere le linee pastorali necessarie.

 

Così com’è stato fatto per i gruppi d’ascolto pensiamo che, per rispondere alle attese della nostra Chiesa ambrosiana, sia necessario un periodo di formazione.

 

 

Domanda da sottoporre al Vicario

 

Quali passaggi siamo chiamati a fare affinché, nella realtà ecclesiale contemporanea, si possa percepire che “Comunità Pastorale” non equivale a un abbandono delle persone, ma è un’espressione di cura pastorale diversa e rispondente all’attuale situazione storica?