I “primi” tre anni di COMUNITA’ PASTORALE

La costituzione della Comunità Pastorale “Maria aiuto dei cristiani” risale al 1 febbraio 2010. Sono passati tre anni da questo momento che ha segnato la vita di fede delle nostre quattro parrocchie ed è importante, prima ancora che fare dei bilanci, rendere grazie a Dio che ci ha permesso di iniziare a muovere quei passi, che a prima vista sembrava impossibile, verso una più consapevole e fruttuosa comunione.

Quando è nata la Comunità ci fu subito richiesto dalla Curia Diocesana di darle un nome e da subito si è pensato a Maria. Perché la Madonna è venerata da sempre nelle nostre parrocchie di Cavaria, Oggiona, Premezzo, S. Stefano. È imitata, amata, pregata come compatrona, con i titoli di Addolorata, Annunciata, Madonna del Rosario, della Cintura. Da sempre Maria ha aiutato i nostri cristiani a conoscere, amare, seguire Gesù verso il Padre di tutti e a vivere secondo il suo Spirito.

Maria da sempre è invocata come aiuto e difesa nel cammino di fede personale e comunitario. Molti passi significativi sono stati compiuti in questa direzione e molti altri ne rimangono da fare.

Personalmente, avverto come esigenza primaria da chiedere a me e all’intera comunità, di dare maggior spazio alla dimensione dell’ascolto e della preghiera, evitando un eccessivo sbilanciamento sull’azione e la programmazione.

E’ commovente vedere tante persone che si spendono per la vita della propria parrocchia, dando tempo, energie, fantasie, volontà, pazienza. Queste esemplari qualità vanno vissute ricentrandole intorno al Signore Gesù. Venendo meno questo sguardo di fede la vita cristiana personale e comunitaria si svuota. Sono diversi i campanelli di allarme che spesso suonano nelle nostre parrocchie. Segnali d’incomprensione, di mancanza di comunicazione, d’intolleranza, di stanchezza che sfociano anche in prese di posizioni pesanti che velano di ombre il volto delle nostre comunità.

Ricordiamoci bene che la vera riforma di una comunità cristiana o sarà riforma della fede o non sarà. Nelle nostre parrocchie abbiamo tanti collaboratori volenterosi e generosi, ma è necessario che tutti investiamo più energie per aiutare a pensare, riflettere, ed elaborare domande.

Dopo tre anni è necessario per tutti noi continuare un cammino di conversione. L’Arcivescovo ce lo ha richiamato all’inizio di questo anno pastorale: “La fede cristiana è generata e alimentata dall’incontro con Gesù, Verità vivente e personale: … è fiducia nutrita dall’incontro con il Signore più che una scelta causata dalla sfiducia nelle risorse umane e da uno smarrimento che non trova altra via d’uscita. Nell’Anno della fede le nostre comunità dovranno concentrarsi sull’essenziale: il rapporto con Gesù che ci spalanca ad ogni nostro fratello”. Il nostro deve essere sempre più un “fare del cuore”, non un accorparsi di iniziative e di tradizioni.

Rileggendo sempre la nostra storia di questi tre anni, trovo una seconda esigenza, altrettanto importante, è quella di imparare ad agire “insieme” come cristiani, ciascuno nella sua specifica condizione.

Come scrivevo sopra abbiamo la fortuna di avere tante persone capaci di non risparmiarsi, svolgendo con competenza e impegno il proprio servizio in parrocchia. Di questo non c’è che da ringraziare il Signore. Purtroppo riscontro pure la fatica del “lavorare insieme” sia all’interno di ogni parrocchia e ancora di più tra le quattro parrocchie. Quante resistenze!!!

La nostra Comunità deve essere sempre di più una realtà nella quale le persone si devono sentire tutte coinvolte, partecipi, attive. Dobbiamo imparare maggiormente a lavorare insieme! Questa è l’esperienza della corresponsabilità che porta poi a una comunione più fraterna e più profonda, per una testimonianza missionaria più credibile e gioiosa.

Senza un lavoro condiviso, sarà difficile che maturi un senso di comunità significativa. I nostri adolescenti e giovani, più che le iniziative, hanno bisogno di vedere e trovare adulti che si vogliono bene; catechisti, educatori, animatori più uniti; insomma, una comunità con un vero volto cristiano!

Questo nuovo volto di Chiesa – di parrocchia, di comunità, – si costruisce a poco a poco, e se c’è qualcosa su cui tutti insieme dobbiamo insistere e domandare al Signore, dopo quello della gioia per i passi compiuti e della conversione per ciò che resta da fare, è il dono della perseveranza.

 

don Claudio