L’amore è forte come la morte!

uesto mese di aprile ci porta al cuore della nostra fede cristiana. Sì, il cuore della nostra fede è la risurrezione di Gesù Cristo. L’antico saluto che i cristiani si scambiavano a Pasqua, che ancora si usa in Oriente, suona proprio così: «Cristo è risorto!». La risposta è un’approvazione altrettanto gioiosa: «Sì, è veramente risorto».

 

Perché la risurrezione di Cristo è così centrale? S. Paolo, nel capitolo 15 della sua prima lettera ai Corinzi ci scrive: «Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede». E più avanti ribadisce: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati».

 

Ecco, però, la buona notizia: «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti... Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita». Si tratta della vita divina, della trasfigurazione del nostro stesso corpo, che risorgerà incorruttibile, glorioso, spirituale. Tutto questo inizia già in questa vita, comportandosi bene, secondo Dio, e sarà perfetto nell’eternità.

 

La risurrezione di Cristo, dunque, dà senso alla nostra fede e ci apre la prospettiva dell’eternità, della felicità senza fine. Cristo, infatti, è la primizia. Anche noi, uniti a lui, risorgiamo oggi a nuova vita e risorgeremo nell’ultimo giorno con il nostro corpo.

Abbiamo iniziato il tempo di Quaresima ascoltando quello che Gesù disse all’inizio della sua predicazione: "Convertitevi e credete al vangelo". Mettete Dio al centro della vostra vita. E Gesù ci ha insegnato cosa vuol dire mettere Dio al centro: si è avvicinato ai sofferenti, agli emarginati. Gesù si avvicina loro, li tocca, parla con loro e li cura. Credere al Vangelo vuol dire vincere l'egoismo e i propri interessi, e smettere di mettere se stessi al centro del mondo. Insegna ad aprire il cuore e a lasciarsi commuovere e coinvolgere dai problemi degli altri. Insegna ad essere altruisti, generosi, capaci di compiere le opere di misericordia corporali e spirituali. Insegna a cercare la pace e il bene comune, ad avere voglia di rimboccarsi le maniche e ad essere solidali, a vivere per gli altri e con gli altri. In fin dei conti, come una candela fa luce consumandosi, così il cristiano si realizza facendo del bene agli altri, amando gli altri.

 

C’è una bella riflessione nel libro del Cantico dei Cantici che dice: “l’amore è forte come la morte”. La morte che tutti ci attende, che ci fa paura, che sembra la fine di tutto, contro cui nulla sembra possibile, ha l’unico vero antagonista nell’amore. L’amore è forte come la morte. E cos’è stata la vita di Gesù Cristo se non amore, dono di sé fino a consegnare se stesso?

 

Nei prossimi giorni vivremo l’esperienza della Settimana Santa. Sentiremo ancora quel brano di Vangelo che ci ricorda che Gesù, «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Giovanni 13,1). In questo modo egli ci ha rivelato chi è veramente Dio: come si legge nella prima lettera di san Giovanni, «Dio è amore» (4,8.16).

 

Ecco allora che la risurrezione non è tanto un miracolo straordinario, ma piuttosto la conferma da parte del Padre dell’opera del suo Figlio, che ci ha amato fino alla fine. La risurrezione di Cristo è al centro della nostra fede perché ci rivela il nostro destino di gioia eterna in comunione con Dio e ci fa capire che essere cristiani è amare tutti, fino alla fine, come Gesù. È l’unico modo per vincere la morte. L’amore di Cristo, infatti, si è rivelato più forte della morte.

 

Auguri di buona Pasqua a ciascuno di voi e alle vostre famiglie!

 

La fede nella risurrezione ci sostenga nelle prove della vita e apra il nostro cuore ad amare tutti.

 

 

don Claudio