il RITO è … anche emozione!

Ogni anno celebrando la prima comunione la comunità vive un momento di festa, sia per i bambini che fanno un'esperienza unica nella loro vita, sia per i loro genitori che si sentono coinvolti dalla gioia dei figli. Quando si riceve il battesimo, che tra i sacramenti ha una valenza forte per la vita di fede, non si è coscienti; quando arriva il momento della cresima non si è più bambini e si rischia di viverla come fine di un percorso: invece di dare entusiasmo per il futuro, lo spegne come se la vita cristiana sia arrivata al suo apice. La comunione invece conserva quell'alone di mistero che sa ancora infondere gioia.

Rattrista però il pensiero della continuità; mi domando infatti quanti di questi bambini che oggi riceveranno per la prima volta Gesù nell'Eucaristia continueranno a farlo nella loro vita. Non può certamente consolarci il pensiero che è così dappertutto, anzi questo aggiunge piuttosto motivo di tristezza perché ci obbliga ad interrogarci sulla forza della nostra fede che non sa radicarsi nel cuore dei giovani. D'altra parte è abbastanza normale sentire gli adulti dire: «l'importante non è andare a Messa, ma fare del bene!». Sarebbe interessante verificare quanto bene fanno quelli che dicono così! In verità facciamo fatica a capire il valore dei riti.

 

 

“Che cos’è un rito?”. mi faccio aiutare da un brano del “Piccolo principe”. Disse la volpe al piccolo principe: “Se tu vieni tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".  I riti, cioè gli appuntamenti fissi, sono quei momenti che riescono a mantenere vive le relazioni di amicizia e d’amore. Ai riti sono legate le emozioni dell’attesa, della trepidazione, della felicità e della sorpresa che ogni giorno contribuiscono a rinnovare la nostra attenzione verso gli altri.

 

Non è vero che non crediamo più nei riti, non sappiamo riconoscerne i segni; se due persone si amano sentono la voglia irrefrenabile di abbracciarsi e questo è un rito: se non lo fanno è perché non si amano. L'Eucaristia è il gesto che Gesù ha usato per dirci la sua voglia di rimanere sempre con noi, si è fatto pane per dirci il suo amore: mangiarlo è godere della sua presenza, ignorarlo è esprimere il proprio disinteresse nei suoi confronti. È come quella persona che avvertendo di essere amata non si sente coinvolta da quell'amore e sfugge trovando continuamente scuse. Non è una colpa non capire il suo interesse, ma semplicemente una sfortuna.

 

Abbiamo celebrato da poco la Pasqua di Gesù, ma la Pasqua si rinnova ogni domenica nella celebrazione dell'Eucaristia. La Messa della domenica è la nostra Pasqua settimanale, il cuore della vita cristiana. Dobbiamo recuperare la dimensione di testimonianza che l’Eucarestia contiene in sé stessa. In un tempo in cui i cristiani sono sottoposti a pressioni e persecuzioni non basta lamentarsi e chiedere la difesa dei valori cristiani a chissà chi. Bisogna intensificare la testimonianza della fede. E la prima testimonianza è quella di ritrovarsi uniti, come credenti in Cristo, intorno all’Eucarestia domenicale. Non per contarci, non per sentirci forti, ma per dire che noi cristiani non siamo assenti, non siamo svogliati, non siamo indifferenti. Ci siamo e lo dimostriamo a partire proprio da qui, dalla partecipazione alla Messa della domenica.

 

          Che bello sarebbe se i cristiani la smettessero di svuotare di significato la domenica (e con essa la S. Messa) riempiendola di alternative magari importanti per la nostra umanità, ma che rischiano di cancellare il senso autentico della domenica: le vacanze, le gare sportive, la spesa domenicale! ... Lamentiamoci di meno e viviamo più intensamente la nostra fede, quella che ha la sua radice nella Pasqua di Gesù e che rinnoviamo e testimoniamo ogni domenica anche con la partecipazione all’Eucarestia.

 

Noi cerchiamo la felicità in modo vario, Gesù ci propone il suo. Credere è accettare il suo progetto ed intuire che la sua gioia è la migliore. Ricevere l'Eucaristia è riconoscere che lui è indispensabile e non si può fare a meno di dirglielo, come l'amante non può fare a meno di far capire, a chi ama, che lui gli è indispensabile. Il rito non è una cosa da fare per accontentarlo, ma il bisogno di esprimere ciò che più ci sta a cuore.

 

don Claudio