3 domenica di avvento "c"

La liturgia di questa 3 domenica di Avvento ci aiuta a stendere come un percorso che permette alla nostra vita spirituale di crescere, da passare “dal dubbio” alla fede piena.

Sono tre gli atteggiamenti proposti.

Il primo atteggiamento è quello di Giovanni il Battista, che mostra una preoccupazione che non ci aspetteremmo, di fronte a Gesù. Il Battista chiede a Gesù: “Sei davvero tu?”. Giovanni trova di fronte un uomo mite: per lui è sconvolgente, perché aspettava un Messia glorioso, un potente capo militare, qualcuno che, arrivando, eliminasse tutto quello che non andava bruciandolo. Questo era il suo annuncio. E invece si trova di fronte a Gesù, che non solo non brucia i cattivi, ma li va a cercare, anzi dice che la Sua missione è “cercare coloro che sono perduti”. Ecco che Giovanni si trova totalmente spiazzato e gli sorge la domanda: “Ma sei davvero tu quello di cui parlavo io?”.

La perplessità del Battista è forse la nostra stessa domanda: Questo Gesù, questa Chiesa, questo Vangelo è davvero ciò che ci salverà o dobbiamo aspettarne un altro?

La risposta di Gesù è un invito alla fede, a spalancare lo sguardo interiore, a riconoscere i segni della presenza di Dio nella sua vita.

Dio non è mai evidente, amici, non è mai come lo vorremmo. Solo se sappiamo aprire il nostro sguardo lo possiamo riconoscere.

E’ bello notare che Giovanni non viene considerato uno che ha fallito il suo obiettivo, anzi. Subito dopo questa domanda, Giovanni viene riconosciuto da Gesù come “il più grande tra i nati di donna”. Non dobbiamo avere paura di porci della domande, rispetto a Gesù. Domande che ti fanno dire: “Fammi capire qualcosa di più di te! Io in questo momento non riesco a riconoscerti come “il Signore”. Io Credo, ma aiutami nella mia incredulità. Quando si fa così, Lui prende questa domanda, anche piena di dubbio, e la trasforma in un’occasione di salvezza. A volte, c’è più fede in questa domanda che in una fede piatta, che non si interroga mai. Credere comporta una fatica, una concentrazione, una scelta da operare continuamente.

 

Il secondo atteggiamento nasce come immediata conseguenza. E’ l’invito che la Liturgia odierna fa ad alzare lo sguardo. La luce in fondo al tunnel comincia a vedersi. Il canto dopo il Vangelo dice: “Dite agli smarriti di cuore: ‘Coraggio, non temete! Ecco il nostro Dio viene a salvarci’”. Siamo invitati ad assumere quest’atteggiamento di persone che, pur essendo ancora nelle tenebre, pur essendo ancora piene di dubbi e di domande, hanno il coraggio di fidarsi di Gesù, rialzando lo sguardo. Provando a dire: “Voglio fidarmi!”.

 

Questa fiducia ci aiuta a vedere e riconoscere Gesù a guarda i fatti. “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi odono, i morti risorgono e ai poveri è annunciata la Buona Novella …”.

Non ci dobbiamo scandalizzare per questo umile modo di presentarsi perché è proprio in questa piccolezza che Dio si svela a noi e ci salva. Non è sufficiente accogliere Dio, occorre essere disponibili ad accogliere come si presenta anche se è diverso dal nostro modo di pensare e di sentire.

In questo Natale ci dobbiamo impegnare a mostrare il vero volto di Dio cercando di assomigliare al Signore Gesù che ha posto gesti concreti di prossimità.

Ecco il terzo atteggiamento: il segno della presenza di Dio nel mondo è l’amore al prossimo più povero, come Gesù indica nel vangelo di oggi.

E’ operando la giustizia che mostriamo il volto Dio; è cercando la verità che mostriamo il volto di Dio, è abolendo le divisioni, le separazioni che mostriamo il volto di Dio, è lavorando insieme con corresponsabilità e passione che mostriamo il volto di Dio.

Ci aspetta un gran lavoro…. Non scoraggiamoci Dio è con noi.