Il Tempo di Avvento nel rito ambrosiano.

 

Il tempo di Avvento nel rito Ambrosiano
(Citazioni dal sito della Diocesi e dal Messale ambrosiano quotidiano.)

Nell’Avvento il popolo cristiano si dispone a rivivere la “pienezza dei tempi” alla luce dell’attesa escatologica che orienta il cammino dei credenti nella storia e li guida verso il loro definitivo riscatto nel trionfo glorioso del Signore.

Esso, nel rito ambrosiano, è di durata analoga alla Quaresima (sei settimane); prende avvio la domenica successiva alla festa di S. Martino, vescovo (11 novembre), ragione per la quale nella tradizione ambrosiana prende anche il nome di “Quaresima di S. Martino” e termina prima della grande celebrazione vespertina vigilare di Natale.

Carattere liturgico

Il tempo di Avvento, in conformità con gli scopi che si propone, ha un duplice carattere: penitenziale e nello stesso tempo gioioso.
Nella sua ufficiatura si utilizza il color morello e, nella Messa, si omette il Gloria, ma al tempo stesso si canta l’Alleluia e si accompagnano le funzioni col suono dell’organo.


Cenni storici
(di mons. Marco Navoni)

L’Avvento, come tempo di preparazione alla festa di Natale, nasce e si sviluppa sul modello della Quaresima.
Come infatti la più importante delle feste dell’anno liturgico, la Pasqua di Risurrezione, prevede un periodo di preparazione (la Quaresima appunto), così, attorno al secolo VI, la liturgia sentì il bisogno di un periodo di preparazione anche alla seconda grande festa dell’anno liturgico, cioè il Natale.

E come la Quaresima è scandita su sei domeniche, anche l’Avvento fu strutturato su sei domeniche. Fu attorno al secolo VII-VIII che la Chiesa romana accorciò l’avvento a quattro settimane, e quest’uso si diffuse poi in tutta la Chiesa latina occidentale. Tranne che a Milano, però, dove si conservò il computo più antico, quello appunto delle sei domeniche.

Lo si chiamò “Avvento ambrosiano”, ma solo perché nel resto della Chiesa occidentale si faceva diversamente, sul modello del “nuovo” Avvento romano di quattro domeniche.

In realtà quindi – a ben guardare dal punto di vista storico – non si tratta di una particolarità ambrosiana: a Milano infatti si continuò a fare quello che anticamente si faceva in tutte le Chiese.
Il Lezionario

Il Lezionario è ordinato in ciclo domenicale (triennale), in ciclo sabbatico (biennale parziale) e in ciclo feriale (biennale parziale).

L’ultimo tratto dell’Avvento, a partire dal 17 dicembre (o dal 18 se il 17 cade in domenica) fino al 23 dicembre incluso, è costituito dalle ”ferie prenatalizie dell’Accolto (de Exceptato)”, a ciclo unico.
  • Le Domeniche

    Nella successione delle domeniche la liturgia d’Avvento rinnova l’aspirazione di Israele e dell’intero creato alla salvezza.

    L’itinerario delle prime cinque domeniche è evidenziato dalla titolatura di ciascuna di esse, cui corrisponde la scelta delle letture nei tre anni:
    • La venuta del Signore (il Vangelo tratta della seconda venuta di Gesù nella gloria)
    • I figli del Regno (il Vangelo tratta dell’invito alla conversione che Giovanni Battista rivolge ai propri discepoli per essere pronti alla venuta del Messia)
    • Le profezie adempiute (il Vangelo tratta dell’adempimento delle antiche profezie in Gesù)
    • L’ingresso del Messia (il Vangelo tratta dell’ingresso gioioso di Gesù a Gerusalemme)
    • Il Precursore (il Vangelo tratta di Giovanni e della sua testimonianza che Gesù è il Messia)

    L’itinerario liturgico delle prime cinque domeniche sfocia nella celebrazione della venuta del Verbo nel grembo della Vergine Maria, mistero cui è dedicata la VI domenica di Avvento, che la tradizione ambrosiana denomina “Domenica dell’Incarnazione”. In essa è celebrata, con una prospettiva marcatamente cristologica, la Divina Maternità della Vergine Maria.

    Nel caso in cui questa domenica cada il 17 dicembre, la domenica successiva, il 24 dicembre, si qualifica come domenica Prenatalizia, in cui, come Vangelo, viene proclamata la “genealogia di Gesù Gristo, figlio di Davide”.
  • Le Ferie e i Sabati

    Viene letto in progressione il Vangelo secondo Matteo, l’evangelista che con più insistenza sottolinea l’adempimento in Gesù di “ciò che era stato detto per mezzo dei profeti”.

    Nelle Ferie si hanno poi due letture veterotestamentarie.
    Nei Sabati si ha una lettura veterotestamentaria e una lettura dalla Lettera agli Ebrei.

 

  • La Commemorazione dell'annuncio a S. Giuseppe (il 16 dicembre)

    Il 16 dicembre, giorno che precede la I feria prenatalizia, è stata fissata la Commemorazione dell’annuncio a s. Giuseppe, da farsi con speciali letture bibliche. Si riprende, in una forma che non va a rimettere in discussione la più recente acquisizione della solennità del 19 marzo, la felice intuizione di san Carlo Borromeo di collocare la festa di san Giuseppe a metà dicembre come preludio alle feste natalizie.
  • Le Ferie prenatalizie dell'Accolto (dal 17 al 23 dicembre).

    Hanno anch’esse la struttura delle Ferie (due letture veterotestamentarie prima del Vangelo), ma propongono un unico ciclo di letture che sviluppano una catechesi nella quale, unitamente al tema cristologico della discendenza davidica, vengono presentate figure tipologiche di significato mariano e con implicazioni di carattere ecclesiologico.

    Il Vangelo secondo Luca espone lo svolgersi delle vicende che precedettero e prepararono l’evento salvifico, che la Chiesa si appresta a celebrare.

La liturgia verso il Natale
I giorni dell’Accolto e della Novena
Nell’ultimo tratto dell’Avvento ambrosiano, dal 17 dicembre, si celebrano le ferie prenatalizie.
Il 16 dicembre inizia invece la Novena che le parrocchie rivolgono in particolare ai ragazzi e alle famiglie.

14.12.2009
di Claudio MAGNOLI

Nell’ultimo tratto dell’Avvento ambrosiano - quest’anno sarà a partire da giovedì 17 dicembre - la liturgia dispone i fedeli a celebrare il Natale del Signore con le ferie prenatalizie, che sono dette “dell’Accolto” in riferimento al Figlio di Dio accolto da Maria e, in lei, dalla Chiesa e da tutti gli uomini di buona volontà. Le ferie prenatalizie sono sei, perché la domenica che precede il Natale è la Domenica dell’Incarnazione o della Divina Maternità della Beata Vergine Maria e il 24 dicembre è giorno di vigilia che, in analogia con il sabato santo, attende la sera per celebrare la Liturgia Vigiliare Vespertina con la quale si dà inizio alla solennità del Santo Natale.
L’ordinamento biblico di queste ferie, articolato su tre letture, assume un profilo molto particolare. La prima lettura proclama quasi per intero il piccolo libro di Rut, la donna moabita ricordata esplicitamente da Matteo nella «genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1,1). La seconda lettura proclama una parte significativa del libro di Ester, donna forte e saggia che con la sua intercessione regale salva il popolo ebreo dallo sterminio. L’antica e tradizionale rilettura mariana ed ecclesiale delle due figure femminili evocate giustifica la loro presenza alle porte del Natale e la loro valorizzazione liturgica anche a costo di qualche iniziale impressione di pesantezza o di stravaganza. Le pericopi evangeliche, tratte dagli inizi del Vangelo di Luca, proclamano le vicende che precedettero e prepararono il mistero del Natale: l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni; il concepimento di Giovanni Battista; la visita di Maria a Elisabetta; la nascita di Giovanni; il cantico di Zaccaria; il censimento di Cesare Augusto. I versetti del Magnificat, distribuiti nel Canto al Vangelo delle varie ferie prenatalizie, fanno da contrappunto alle pagine evangeliche, accentuando la qualità mariana della preghiera in questi ultimi giorni di attesa.
Nella scia delle ferie prenatalizie, ma con una misura più ampia e con forme celebrative più semplici e popolari, si sviluppa la Novena di Natale a partire dal 16 dicembre. Nelle parrocchie l’invito alla Novena è principalmente rivolto ai ragazzi e alle famiglie, con momenti comunitari in chiesa, e momenti familiari, magari davanti al Presepe ormai pronto.
Tra i sussidi disponibili ricordiamo la proposta di novena del Cantemus Domino (cd), alle pagine 107-115. Tra i canti lì indicati merita una menzione particolare l’antica melodia di cd, n. 182 (Venite, adoriamo), che prevede strofe diverse per i diversi giorni della Novena. Sempre a proposito di canti, segnaliamo infine i due canti natalizi (È nato un bimbo in Betlehem; O tu che dormi, destati!), riportati nel cd che quest’anno è stato allegato alla Guida pastorale per le celebrazioni liturgiche.

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