Il tempo dopo Pentecoste nel rito Ambrosiano
(Citazioni dal sito della Diocesi e dal Messale ambrosiano quotidiano.)

Il tempo successivo alla Pentecoste celebra la presenza dello Spirito che rende operante nella storia la salvezza realizzatasi nella persona di Cristo e la ripresenta nella Chiesa attraverso i divini misteri.
Inizia il lunedì che segue la solennità di Pentecoste e termina all’ora nona del sabato antecedente la I domenica di Avvento,

Fin dalla tarda antichità, il Tempo di Pentecoste trova nella Chiesa Milanese due momenti marcanti nella festa del Martirio di san Giovanni il Precursore e nella Domenica della Dedicazione. Con riferimento a tali celebrazioni, esso si articola quindi in tre sezioni:
  • le settimane dopo Pentecoste, dal lunedì che segue la solennità di Pentecoste all’ora nona del sabato che precede la I domenica dopo la festa del Martirio di S. Giovanni il Precursore (29 agosto). Qualora il 29 agosto cada di domenica, la festa del Martirio di S. Giovanni il Precursore è posticipata al 1° settembre.
  • le settimane dopo il Martirio di san Giovanni, dai primi vespri della I domenica dopo la festa del Martirio, all’ora nona del sabato che precede la terza domenica di ottobre, solennità della Dedicazione del Duomo di Milano, Chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani.
  • le settimane dopo la Dedicazione, dai primi vespri della domenica della Dedicazione, all’ora nona del sabato che precede la I domenica di Avvento.

Colore liturgico

Per le settimane dopo Pentecoste e dopo il Martirio il colore liturgico è il rosso.
Per le settimane dopo la Dedicazione il colore liturgico è il verde.


Le settimane dopo Pentecoste

Le domeniche
Nella prima domenica dopo Pentecoste si celebra la solennità della SS. Trinità.
Nelle successive domeniche il lezionario addita ai fedeli il meraviglioso disegno d’amore che , scaturito dalla Trinità, è stato avviato dall’atto creativo di Dio, si è manifestato nell’alleanza del Sinai e ha trovato attuazione, nella pienezza dei tempi, nell’Incarnazione del Verbo.
La Domenica che precede la festa del Martirio del Precursore non viene mai omessa, qualunque sia il numero delle settimane che separano tale festa dalla Pentecoste. In tale domenica , come anche per tutta la successiva settimana, la prima lettura è tratta dai Libri dei Maccabei, gli antichi martiri per la Torà. Nel Lezionario il loro ricordo si configura pertanto come preparazione immediata alla commemorazione del Martirio del Precursore.
I sabati
A partire dal sabato della settimana che segue la SS. Trinità, riprende a svilupparsi il ciclo delle letture avviatosi dopo l’Epifania nelle quali, sulla scia della proclamazione sabbatica della Legge che ha alimentato l’esperienza religiosa dei primi discepoli e li ha preparati a riconoscere in Gesù il Cristo di Dio, il Lezionario propone come Lettura le pagine del Pentateuco, commentate ricorrendo al magistero paolino e considerate nella prospettiva del Cristo annunciato dai Vangeli.
Le ferie
Nella settimana che segue la Pentecoste, come preparazione alla Domenica della SS. Trinità, le letture riconsiderano la teofania del Sinai quale momento particolarmente manifestante del misterioso disegno di amore del Padre, che nella Pasqua del Cristo si è realizzato e che ha avuto il suo compimento nel dono dello Spirito Santo.
Il ciclo delle settimane che seguono la Domenica della SS. Trinità (fino alla Domenica della Dedicazione) trova il proprio elemento caratterizzante nella progressiva lettura feriale del Vangelo di Luca, indicato dalla tradizione come il testo di riferimento per la predicazione di Ambrogio nei giorni comuni dell’anno.
Gli altri testi delle scritture che accompagnano il Vangelo celebrano la storia della salvezza preparata “fino a Giovanni” nell’Antica Alleanza.
Le letture della settimana della Domenica che precede il martirio del Battista, rispettivamente dal II Libro dei Maccabei (Anno I) e dal I Libro dei Maccabei (Anno II) non vengono mai omesse, qualunque sia il numero delle Domeniche sussistenti tra la Pentecoste e la Festa del Martirio del Precursore. Esse si vengono pertanto a collocare nella settimana in cui si celebra il martirio del Battista. Il ricordo degli antichi martiri per la Torà, intrecciato alla commemorazione della morte del Precursore evocata da specifiche pericopi evangeliche, sta a suggello del profilo dell’Antica Alleanza.

Le settimane dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

Nello sviluppo dell’anno liturgico la festa del Martirio di San Giovanni segna la profonda unità sussistente tra l’Antica e la Nuova Alleanza ed evidenzia altresì la nuova economia di salvezza cui, nella Chiesa, tutti gli uomini di tutti i tempi sono chiamati ad essere partecipi, “nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo”.

Le domeniche
Dopo la prima Domenica, che configura Giovanni quale ultimo profeta dell’Antica Alleanza inviato a rendere direttamente testimonianza all’adempimento delle promesse di Dio a Israele, l’ordinamento delle letture viene sviluppando nelle Domeniche immediatamente successive una serie di temi di ordine cristologico, che evolvono in senso ecclesiologico con l’approssimarsi della Domenica della Dedicazione.
I sabati
Procede, come ricordato, il ciclo delle letture avviatosi dopo l’Epifania.
Il Sabato che immediatamente precede la Domenica della Dedicazione non deve mai essere omesso, indipendentemente dal numero delle settimane dopo il Martirio di S. Giovanni. Le pericopi dal Pentateuco in tale giorno, incentrate sulla dedicazione della Tenda del Convegno, alludono chiaramente all’imminente solennità della Dedicazione. Con la settimana culminante in tale celebrazione sabbatica si conclude in ogni caso la lettura sistematica del Vangelo di Luca, iniziata dopo la festa della Santissima Trinità.
Le ferie
Dopo aver seguito nelle Settimane dopo Pentecoste lo sviluppo dell’Antica Alleanza, a partire dal Lunedì successivo al Martirio del Precursore viene riproposto ai fedeli nelle liturgie feriali il lieto annuncio del Verbo- Dio fatto carne, annuncio recato alle genti dai diretti testimoni. Quest’insieme di scritti apostolici presenta la testimonianza resa a Gesù dai suoi Apostoli ed espone le direttive da loro impartite per orientare la vita delle prime comunità dei credenti

Le settimane dopo la Dedicazione

Le domeniche
La Domenica della Dedicazione è celebrazione che, in consonanza con la tradizione liturgica della Chiesa di Antiochia, dall’antichità ha marcato la parte terminale dell’anno liturgico ambrosiano.
In tale solennità la Chiesa Ambrosiana è spinta a contemplare il riproporsi dell’opera salvifica di Dio nella propria peculiare esperienza di comunità educata alla sequela di Cristo dal magistero di Ambrogio e custodita in questa tradizione di ortodossia dai Vicari di lui.
A partire dalla riflessione ecclesiologica connessa alla solennità della Dedicazione, la liturgia della parola delle successive Domeniche spinge il proprio sguardo ad abbracciare i confini del mondo, investiti dal mandato missionario (I Domenica dopo la Dedicazione) e destinatari dell’universale vocazione alla salvezza (II Domenica), giungendo infine a travalicare la storia, per contemplare la ricapitolazione di tutte le cose nella regalità di Cristo e la loro sottomissione in lui al Padre, fonte della divinità e della vita (Domenica di Cristo Re dell’Universo).
Vissuta in tale prospettiva, la celebrazione del Verbo di Dio, re della creazione e della storia, si traduce naturalmente in una fervente attesa del suo definitivo ritorno, di cui la Chiesa nella successiva I Domenica di Avvento accoglie l’annuncio, presentendone la realtà salvifica nei divini misteri.
Le ferie
Le ultime quattro settimane del ciclo dell’anno offrono Vangeli propri per ciascun giorno, legati ai temi delle diverse Domeniche.
La prima settimana, introduttiva alla Domenica del mandato missionario, presenta nelle pericopi evangeliche le chiamate di Apostoli e Discepoli al ministero della parola, ed è seguita nella seconda settimana da Vangeli incentrati sulla sequela di Cristo e sulle esigenze che tale sequela comporta.
Le pericopi della terza settimana, in preparazione della Domenica di Cristo Re, sono focalizzate sul mistero del Cristo nel suo rapporto col Padre. Infine, l’ultima settimana dell’anno liturgico, introducendo la I Domenica di Avvento, viene formulando, attraverso una serie di parabole, un pressante invito alla vigilante attesa dello Sposo.
Accompagna questi Vangeli la lettura dell’Apocalisse.

Particolarità liturgiche ambrosiane
  • La solennità del Corpus Domini è celebrata nel suo giorno proprio, cioè il giovedì dopo la Domenica della SS. Trinità. Per ragioni pastorali, quando lo si ritenga opportuno, i testi del Lezionario e del Messale possono essere riproposti anche in una o più celebrazioni della domenica successiva. Questa possibilità però non deve diventare un alibi per non curare la partecipazione della comunità alla festa del giovedì.
  • E’ stato accennato che i Maccabei, gli antichi martiri della Torà, vengono ricordati in tutta la settimana che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore. La Chiesa ambrosiana attraverso i secoli ha sempre celebrato il loro ricordo. Anticamente li commemorava il primo giorno di agosto. Essi sono titolari ancora oggi della Chiesa parrocchiale di Iragna nelle Tre Valli svizzere.
  • E’ probabile che la solennizzazione del 29 agosto, festa del martirio di S. Giovanni il Precursore, non sia senza legame col fatto che in quel giorno iniziava l’era dioclezianea, poi detta “dei martiri”, in vigore ai tempi di Ambrogio e ancora per secoli dopo di lui. E’ l’era tuttora in vigore presso le Chiese di tradizione alessandrina (ossia la Chiesa copta e quella etiopica).
  • La solennità della Dedicazione è fissata alla III Domenica di ottobre; ad essa si sono venuti in particolare collegando a Milano i più grandi eventi che hanno scandito la storia delle chiese cattedrali. Si tratta tuttavia di una solennità che originariamente prescinde da tali avvenimenti, vista la sua presenza anche nella Chiesa di Antiochia e in tutte le Chiese che da questa sono derivate in area orientale, fino al Malabar indiano.
    Comunque in ambito milanese ad essa è associato:
    • il ricordo della riconsacrazione della “ Chiesa maggiore”, devastata dagli Unni nel 452. La ricostruzione fu dovuta al metropolita Eusebio, di origine orientale, che celebrò la riconsacrazione attorniato dai vescovi comprovinciali e segnatamente da Massimo II di Torino che tenne l’omelia a noi pervenuta.
    • la consacrazione, nella III Domenica di ottobre dell’836, dell’edificio carolingio di Santa Maria Maggiore.
    • la consacrazione, in quella stessa Domenica del 1418, dell’altare del nuovo Duomo ancora in costruzione da parte del papa Martino V.
    • la consacrazione del Duomo, sempre in quella Domenica del 1577, da parte di San Carlo Borromeo.
    • la riconsacrazione, nella III Domenica di Ottobre del 1986 da parte del card. Carlo Maria Martini, dell’altare del Duomo dopo i complessi restauri statici che ne avevano imposto la rimozione.