La parrocchia di S. Stefano ha avuto per 32 anni lo stesso parroco, Don Daniele Negrini, dal 1977 al 2009, se aggiungiamo gli anni di coadiutore e di sacerdote residente, gli anni sono 40, dal 1971 al 2011.
Per molti parrocchiani è stato l’unico riferimento religioso della propria vita, se si pensa quante persone hanno ricevuto tutti i sacramenti per mano di Don Daniele.
La parrocchia è rimasta legata alle proprie tradizioni e fedele al proprio programma liturgico per tutto questo periodo, indiscutibilmente ricco ma immutato nel tempo.
Avere avuto lo stesso parroco per tutti questi anni ha reso la parrocchia meno incline ai cambiamenti.
Nel marzo 2009, i 4 consigli parrocchiali della comunità (non ancora comunità pastorale) vengono riuniti per la prima volta insieme ed apprendono da monsignor Stucchi che il destino delle nostre 4 parrocchie sarà comune, ma sarà ancora tutto da scrivere.
E’ stato davvero un periodo di profondo smarrimento per molti parrocchiani di S.Stefano…
Una parrocchia senza parroco, era per la maggior parte un’assurdità.. E’ stato un passaggio difficile per coloro che avevano capito l’importanza della scelta presa dalla Diocesi di Milano di organizzare le parrocchie attorno alla comunità pastorale dando l’opportunità ai collaboratori laici di assumere un ruolo importante nella vita della parrocchia, intesa come chiesa in mezzo alla gente… Toccava a loro sensibilizzare i più resistenti alla comunità.
Per la nascita della comunità, viene richiesto ai pochi che già dedicavano il proprio tempo per la parrocchia ulteriori sforzi ed ulteriore tempo da dedicare.
Ma il momento più difficile si manifesta con l’arrivo sul finire del 2009 di Don Claudio, il nostro attuale parroco che con maggior dinamismo cerca fin da subito di introdurre cambiamenti ma la presenza contemporanea di Don Daniele in parrocchia non ha aiutato certo Don Claudio a rimodellare la parrocchia per essere parte integrante della nascente comunità pastorale “Maria aiuto dei cristiani”.
Occorreva partecipare a tante iniziative in comune, la tensostruttura di Cavaria è sembrata fin da subito il luogo più adatto in cui la comunità si sarebbe incontrata, le tante celebrazioni hanno aiutato, ma incomprensioni, confusione, polemiche e resistenze si sono accompagnati per i primi 2 anni della vita della comunità, nel frattempo Don Daniele ci ha lasciato.
Il momento più critico è stato quando per sostenere il nostro Parroco abbiamo dovuto trovare la forza all’interno di ciascuno di noi, membri della C.P. e del C.A.E., per elaborare tutti insieme il testo di una lettera aperta in risposta alle tante critiche, a volte anonime, ricevute da Don Claudio. E’ stato un momento significativo, è stato ufficializzato da parte dell’organo più rappresentativo della parrocchia di accettare e sostenere il nostro Parroco.
I frutti comunque non hanno tardato ad arrivare, a circa 3 anni dalla nascita della comunità, la parrocchia si sente più comunità, il tempo ci ha aiutato a vedere l’aspetto positivo del camminare insieme.
Avere potuto lavorare e creare insieme a tutte le parrocchie della comunità i progetti sulla carità, l’ evangelizzazione e la liturgia, è stata davvero un’esperienza positiva…ora stiamo lavorando sul progetto famiglia, e questo ci ha aiutato a sentirci ancora più uniti, ci ha permesso di assaporare la ricchezza della condivisione e la corresponsabilità laicale. Con l’arrivo poi di Suor Ornella anche la nostra comunità parrocchiale ha ora la sua suora referente.
Ora la nostra storia di parrocchia corre parallela ed intrecciata con le altre parrocchie della comunità ed è proprio una bella storia di vita cristiana tra fratelli prima poco conosciuti ed ora fratelli ritrovati.
Domande:
1) E’ possibile avere un giovane sacerdote che segua la pastorale giovanile per l’intera comunità?
2) Quali sono le sue aspettative nei confronti della nostra comunità pastorale e come la vede?