Durante questo tempo di Avvento, abbiamo attraversato molti diversi modi di vivere e di pensare l’attesa.
Il termine attesa, infatti, può, nelle varie circostanze, rivestire diversi significati. C’è l’attesa vissuta da qualcuno che risolva, che aiuti, che faccia superare le difficoltà. E c’è un altro modo di pensare l’attesa, che è quasi opposto: è quello di una donna che aspetta un bambino ed è arrivata agli ultimi giorni. E’ l’attesa nella certezza di una presenza. E’ attesa di un grande evento, è la gioia del compiersi di un cammino, di una promessa.
Due attese. Una fatta solo di superficiale speranza; l’altra fatta di certezza. Il tempo dell’Avvento è servito ad insegnarci che noi siamo chiamati a vivere l’attesa – soprattutto in questi ultimi giorni – come un’attesa piena di una speranza, che è una vera certezza: Lui c’è; è già presente.
Al centro della Liturgia di quest’ultima domenica prima del Natale: c’è Maria e noi siamo invitati ad entrare nel suo cuore. Lei è la grande figura di riferimento, per dirci come dobbiamo e possiamo vivere l’ormai prossimo Natale. Ascoltiamo il suo cuore per crescere con lei e per imparare da lei. Nel cuore di Maria troviamo la gioia. Noi possiamo e dobbiamo entrare nel cuore di Maria, sapendo che quello che troviamo è la gioia.
E’ l’invito dell’angelo: “Rallegrati, piena di grazia”. Anche Paolo, nella seconda lettura, esorta a vivere immersi in questa gioia profonda, che nasce dall’attesa e dall’incontro con il Signore. Questa pagina di Paolo diventa la descrizione del cuore di Maria. L’immagine di Maria che noi abbiamo è quella di una donna che ha saputo accogliere dentro di lei la vita di Dio e dal cui cuore, quindi, scaturisce una gioia che non può essere bruciata da niente. Il cuore di Maria è un cuore puro, amabile, onorato, in lei sta ciò che è virtù e ciò che merita lode.
Maria è grande perché costantemente fa spazio a Dio. Perché costantemente lascia che la Parola di Dio germogli dentro di lei. Questa parola è profondamente accolta e vissuta che diventa una Parola che si fa carne.
Dio può agire in lei perché ha trovato il terreno preparato. In lei viene concepito, cresce e da lei nasce il Figlio, il Dio con noi. Maria è questa donna capace di prendere tutti i semi di bene, che arrivano da ogni direzione tenerli dentro. Maria ospita solo ciò che “è vero, nobile, puro, amabile, virtuoso e che merita lode”.
Vivere la vita cristiana è vivere in questa profonda, totale gioia, che ci fa sentire la certezza della Presenza di Dio dentro di noi.
“Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti”. Invito che è di una certa rilevanza, perché, se ci guardiamo in giro, vediamo tanta gente arrabbiata, triste, tutti che discutono o litigano. Non c’è davvero molta gioia; al contrario: tensione, lotta, rancore. Quello che è chiesto ai cristiani è qualcosa di essenziale per il mondo. E non è una richiesta assurda; né un atteggiarsi ad una gioia di facciata. Se davvero abbiamo Cristo dentro di noi - capiterà il giorno storto che siamo nervosi, ma è l’eccezione -, normalmente abbiamo dentro nel cuore una Presenza che non può non renderci felici!
Questo non significa che non abbiamo problemi, che non ci sono situazioni strane, che non abbiamo tensioni intorno a noi e qualche volta anche a partire da noi. Si tratta piuttosto di una gioia di fondo, che in qualche modo ci resta fissa dentro. E’ questo che ti dà la serenità sufficiente per affrontare tutto.
Natale vuol dire far rinascere quel centro che è Gesù e intorno a Lui che si manifesta per noi e che nasce nella nostra vita ricostruire tutti gli altri elementi, perché diventino espressione vera di quell’annuncio che dona gioia al nostro cuore.