1°domenica dopo il martirio di Giovanni “C”

Questa domenica apre la seconda parte del tempo dopo Pentecoste e segue la festa del Martirio di Giovanni Battista che abbiamo celebrato lo scorso 29 agosto. Tempo liturgico che chiama a riconoscere in Cristo il compimento di tutta la storia della salvezza. Tutta la Parola di Dio di oggi è un pressante invito alla conversione.

Tra l’esperienza vissuta da Giovanni Battista e Gesù c’è una continuità. Continuità che troviamo ben sottolineata nel brano di vangelo che abbiamo letto.

Gesù inizia la sua missione pubblica dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Le stesse parole con cui aveva dato inizio il Battista alla sua missione nel deserto. E’ scritto in Matteo ”In quei giorni venne Giovanni Battista  e predicava nel deserto dicendo: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Stesse parole, stesso annuncio, stessa continuità. Continuità che non avviene nella forma di un incontro amichevole e di una collaborazione reciproca. Il profeta se ne va in silenzio. Soltanto dal carcere Giovanni udrà parlare di Gesù. Dopo che il profeta ha terminato la sua corsa Gesù inizia la sua.  

L’arresto di Giovanni potrebbe essere il segno del suo fallimento. Cosa ci ha guadagnato a credere, a fidarsi di Dio? L’hanno arrestato, perché ha dato troppo fastidio e muore per la vigliaccheria di Erode e i capricci della sua convivente. Com’è attuale questa pagina! Quanti anche oggi si vergognano, non hanno il coraggio di opporsi alla volgarità, alla disonestà. Ci siamo rassegnati a tante scelte errate che neanche più ne facciamo caso. Ci lamentiamo che le cose non vanno, ma non ci impegniamo per riportare giustizia, onestà, attenzione ai più deboli. Il nostro mondo sembra molto simile a quello di Erode, di Erodiade e di sua figlia.

Il profeta ha parlato, inutilmente ha consumato le sue forze; le potenze a  lui ostili hanno vinto; egli è costretto al silenzio. Soltanto dopo che la bocca di Giovanni è chiusa Gesù comincia a parlare.

Giovanni ha compiuto la sua missione, ora tocca a Gesù riprenderla e portarla a compimento e per questo ripete l’esortazione di Giovanni: “Convertitevi”. Convertirsi non vuol dire soltanto "cambiare vita", ma "con - vertere", cioè "concentrare tutte le forze per andare verso la mèta", che è Dio nostro Padre. E andarci non da soli, ma in compagnia («con»): non si percorre la via verso il Regno da soli, ma sempre con 

i nostri fratelli e le nostre sorelle, concentrando insieme le forze, aiutandoci gli uni gli altri. Giovanni il Battista ha aperto la strada, Gesù ci ha indicato la via da percorrere. Adesso tocca a noi.

Cambiare insieme! Cambiare perché si fatto vicino il regno di Dio. Questo Regno di Dio non è un luogo verso cui andare. Il regno di Dio si è fatto vicino, accade qui e ora. Se incontriamo Gesù e lo facciamo entrare nella nostra vita, tutto cambia. Questo regno si fa presente nelle case e per le strade. Quando avviciniamo e ascoltiamo come avvicinava e ascoltava lui, quando preghiamo o camminiamo come pregava e camminava lui, quando sosteniamo i deboli come faceva lui.

Voglio concludere questa riflessione dando spazio a un significativo testimone. È una donna straordinaria del nostro tempo. Si chiama Madeleine Delbrêl. Siamo stati nella sua casa nella periferia di Parigi durante il viaggio della nostra comunità. Madeleine Delbrêl ci aiuta a capire in che senso e in che modo il regno di Dio è destinato ad agire dentro di noi e in tutto quello che caratterizza le nostre giornate. Scrive in un suo libro: «L’incontro con Cristo non si porta in capo al mondo in una valigetta: lo si porta in se stessi, lo si porta su di sé. Non lo si ripone in un angolo di se stessi, nella propria memoria, come sistemato sul ripiano di un armadio. Lo si lascia andare fino al fondo di sé, sino a quel cardine su cui fa perno tutto il nostro essere»

Se lasciamo spazio nel nostro cuore, allora lo vedremo splendere mentre camminiamo per strada, mentre accudiamo al nostro lavoro, sbucciamo i legumi, attendiamo una telefonata, spazziamo i pavimenti. Gesù ha trovato il suo posto: un cuore di uomo povero e caldo per riceverlo».

Come non augurare a ciascuno di noi e alle nostre comunità che questo Regno di Dio, questo incontro con Gesù scenda davvero nel nostro cuore e lo rinnovi.