GLI ONNIPOTENTI CON LA CENERE

Con il 5 marzo inizia il tempo liturgico della Quaresima e si aprirà con il Rito delle ceneri. È un gesto talmente abituale che rischia di perdere il suo valore di segno eppure è qualcosa di sconcertante: ci viene detto che noi siamo polvere! Ma come è possibile… noi… oggi… noi gli “onnipotenti”! Ancora oggi, nel terzo millennio, parlare di “cenere”?! Eppure anche in questa nuova epoca delle meraviglie (!?) siamo fragili: stiamo ancora parlando di guerre: Siria, Palestina ... il terrorismo e la malvagità del fondamentalismo, quando non si uccide, si imbroglia … “gli onnipotenti”! Forse siamo troppo sicuri della nostra civiltà o pensiamo che il male sia solo nella stupidità di qualcuno, quello che siamo o quello che abbiamo ci fa sentire un po’ onnipotenti e protetti: forse è per questo che abbiamo paura dell’Isis perché ci fa intuire che le nostre sicurezze vacillano.
L’inizio di Quaresima è pure segnato dal deserto. Gesù va nel deserto, luogo terribile: sarà affascinante per il turista di una settimana; ma il deserto è il luogo della morte. La vita, quella poca che c’è, è difficile. Manca tutto, lì ti accorgi chi sei, ti accorgi di essere piccolo, di essere cenere, ti accorgi che hai bisogno. La “guida”, in quei posti, è indispensabile, ti perderesti altrimenti. In quel luogo assolato non ti servono le cose di sempre (che noi possediamo in abbondanza e ci sono diventati essenziali), serve solo acqua, esperienza e coraggio, il resto non conta, neppure i soldi. Forse dovremmo andare di più nel deserto, capiremmo chi siamo e comincerebbe la scoperta della nostra debolezza… diventeremmo bambini (non per nulla Gesù ci invita ad essere come loro). Anche noi abbiamo bisogno di “una guida” perché quel mondo nel quale viviamo e che noi chiamiamo “giardino” ha più l’aspetto di deserto …deserto di cuori soprattutto.

 

È interessante che i vangeli parlino di “Gesù condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato”. Quel deserto è la prova che serve anche a noi per capire chi siamo! Quando siamo messi di fronte alle difficoltà valutiamo le nostre capacità e la nostra forza. Lo Spirito vuole “testare” Gesù che di fatto esce vincitore dicendoci che è possibile vincere il male perché lui l’ha fatto! Non dobbiamo aver paura di scoprirci tentati. Non siamo figli immuni dalla tentazione che ci rivela l’essere che è in noi, ci rivela i desideri più nascosti che stanno nel nostro cuore. Non dobbiamo aver paura di essere “cenere” e vergognarci perciò di sperimentare anche in noi la possibilità della caduta! Dio “non ama quello che vorremmo essere”, ma “ama quello che siamo”! Forse la tentazione è “dono dello Spirito” perché ci aiuta ad essere veri rivelandoci la nostra parte più intima.

 

La fede però ci annuncia una forza che va oltre noi stessi. Ecco perché la Quaresima è tempo di digiuno: gli animali non sanno digiunare, mangiano quando ne sentono il bisogno, sono programmati per questo dalla loro natura; l’uomo invece digiuna perché sa dialogare col bisogno, l’uomo è più grande: è libero. L’uomo digiuna perché sa dire di no, perché non ubbidisce a nessun padrone, non si vende ai “venditori di bisogni”, è capace di non farsi comprare dalla fame, dall’ambizione o dal miraggio del potere (sono le tre tentazioni di Gesù)

 

Il “nuovo” allora è possibile: quel “giardino” che pensiamo già di possedere non è solo un sogno irrealizzabile! Diceva don Primo Mazzolari: «Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo, si fa nuovo se l'uomo si fa nuova creatura, si imbarbarisce se scateniamo la belva che è in noi. L'ordine nuovo comincia se qualcuno si sforza di diventare un uomo nuovo».

 

Non sentiamoci onnipotenti in questa lotta, lasciamoci “guidare”. Ecco puntuale allora la Quaresima, arriva per questo: è vero, siamo nel deserto, ma qualcuno ci traccia il cammino, questi 40 giorni non siano un’occasione perduta.

 

 

don Claudio