
Che bello entrare nelle case e trovare i bambini che ti portano subito a vedere
il loro presepe. Il bello di un presepe è che puoi vederci di tutto.
Mentre vado a far visita alle famiglie, di casa in casa, a me capita di
guardare il presepe dall’alto, da “fuori”. Sì, da “fuori”, perché chi lo fa con le sue mani ci vede molto di più perché lo guarda con la passione di chi ci ha messo del “suo” per costruirlo e
realizzarlo (a volte anche nei minimi particolari).
Mi sono chiesto: “Ma in questo presepe, cosa vede Gesù Bambino dalla culla?”
Che bello imparare in questo prossimo Natale a guardare il mondo “dal basso”, dalla mangiatoia, con gli occhi del Dio
Bambino.
Chissà cosa avrà visto per primo Gesù Bambino. Senz’altro il
sorriso di Maria e il volto di Giuseppe. Che bello cominciare così: con un sorriso!
La seconda cosa che ha potuto vedere è un gruppetto di persone con semplici
doni: i pastori. Qualcuno era certamente a mani vuote, ma dal Dio bambino si può andare anche senza portare nulla oltre che
se stessi e Lui è contento lo stesso.
Più lontano, gli occhi del Dio bambino, dal basso, avranno visto anche
il buio che circondava la grotta. Vedeva anche tutto questo, ma senza paura. Perché il buio può essere sconfitto anche
da una piccola luce. È bello vedere il mondo da questo punto di vista, perché ci aiuta a guardare con un altro punto di vista ciò che accade dentro e fuori di noi.
Ma come si fa a “vedere dal basso”? Occorre chinarsi.
Penso che ci siano due modi di scendere in basso per vedere in modo diverso il
mondo.
Il primo è quello di mettersi al servizio. Quando si serve ci si china, per lavare i piedi come Gesù ai discepoli.
Posso imparare a vedere “dal basso” se non smetto di
mettere la mia vita a servizio…. Un Dio che “si fa uomo” per condividere
la tua vita, le tue emozioni, … non può lasciarci indifferenti all’altro (non importa “come” e “chi” sia questo “altro”!). Anzi forse è proprio per questo che la voglia di solidarietà, in questi giorni, ci fa sembrare il Natale più
vero e più concreto. O no?
Ma forse il modo che Dio mi prepara per scendere in basso è un altro. A volte
mi serve cadere, fare i
conti con la mia
fragilità. Allora mi trovo con sorpresa anch’io vicino al Dio bambino,
come lui bisognoso di tutto, e proprio così posso trovare un punto di vista nuovo, accogliere la misericordia che mi salva, la mano che mi solleva, la cura di chi mi vuol bene, l’amore del Padre
che non mi abbandona, il suo perdono che mi salva.
Dal basso tutto prende nuova forma, e il Dio bambino non è
mai così vicino.
Il Natale è l’inizio tenero di una cosa molto
seria, cioè della nostra salvezza! Questo è lo stile di Dio. Il suo modo di farsi ri-conoscere. Dio non si impone, ma si propone, a piccole dosi, teneramente,
rispettando la nostra libertà. Nei panni di un bimbo.
Ancora una volta è Natale. Ancora una volta è Natale per noi.
Un augurio sincero!
don Claudio