Dio si incammina per farsi vicino all’uomo…

Carissimi!

 

C’è una domanda che risuona in me in questi giorni: “cosa ci riserva il futuro? Cosa ci possiamo aspettare? Spesso ce lo chiediamo, da tanti punti di vista: personale, lavorativo, affettivo, di salute e tante volte non riusciamo a darci delle risposte capaci di rasserenarci, come se il domani fosse solo carico di incognite.

 

Anche la comunità cristiana… verso quale futuro si sta incamminando? Le nostre chiese si svuotano sempre di più, come saranno fra vent’anni?

 

Domande che chiedono di rendere viva e operosa l’attesa, senza lasciarci prendere dall’affanno, attesa ricca di speranza. Facilmente quel che ci attende spesso lo carichiamo delle nostre paure e delle nostre preoccupazioni.

 

Nel rito ambrosiano oggi entriamo nel tempo di Avvento e subito siamo proiettati in questa dimensione di attesa, siamo spinti a interrogarci sul futuro e sulle tante attese che riempiono il cuore.

 

San Paolo nella Lettera agli Efesini, al 5° capitolo, ci invita a vivere l’Avvento come tempo per riscoprire la pienezza della luce che abita in noi come figli di Dio: “Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce”. Noi siamo luce: non sono queste belle parole, non è poesia… è la realtà più profonda e più vera della nostra vita: noi siamo luce!!!

 

Noi abbiamo ricevuto questa fiamma il giorno del nostro Battesimo: “Ricevete la luce di Cristo” ci è stato detto… la luce illumina, la luce fa vedere le cose, la luce mostra i colori… e Dio è questa luce! Lui, la sua presenza, la sua parola, e tutto questo nella nostra vita che è luce! E se c’è questa luce tutto ciò che accade è visto ed è letto in modo nuovo, con occhi nuovi, con cuore nuovo…

 

In queste prime settimane dell’avvento spesso sentiremo passaggi evangelici non facili da interpretare. Gesù che preannuncia ai discepoli la distruzione del tempio di Gerusalemme con tutte le sue conseguenze. Ma perché questa parola così dura?

 

Gesù prende spunto dalla realtà così come essa ci appare per riaccendere in noi la sua luce; di fronte a quanto vivi e a quanto hai davanti ai tuoi occhi, di fronte alla fatica, alla sofferenza, al male, non lasciarti andare, dice Gesù, non perderti d’animo, ma risollevati e alza il capo! “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Alzate il capo: è molto bella questa immagine”.

 

Alzate il capo: sollevare lo sguardo e guardare in alto: per vedere cosa? Per vedere Dio che viene. Dio ha guardato al mondo, Dio ha guardato all’uomo da lui creato e lo ha trovato lontano: i passi dell’uomo sono andati altrove, hanno vagato per sentieri oscuri e tenebrosi, lontano da Dio… e Dio sente questa lontananza, e Dio si fa carico di questi passi e si incammina per farsi vicino all’uomo… e Dio viene!

 

Ecco, l’avvento è il tempo per lasciare che Dio venga, entri e abiti nella casa della nostra vita! Tempo per alzare il capo e guardare a questo Dio che viene. Alzare il capo è il gesto di chi cerca con l’alto un dialogo, di chi interroga il cielo per avere una risposta alle domande della vita. Riscopriamo in queste settimane che ci preparano celebrare la venuta del Signore, riscopriamo la preghiera, il dialogo profondo e intenso con il nostro Signore e Maestro!

 

Il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Sono le parole di san Paolo agli Efesini che ci suggeriscono come vivere da credenti, in particolare questo tempo di Avvento, rinnovando cioè la speranza della fede, vivendo il nostro tempo presente come occasione per testimoniare il Vangelo e guardando al futuro con il cuore di chi non attende guai o cataclismi, ma l’incontro con il Signore, nostra luce e nostra speranza.

 

 

 

Buon Avvento!

 

don Claudio