SABATO SANTO
LITURGIA DELLA PAROLA AL MATTINO
SALUTO
Il sacerdote (o il diacono), rivestito del piviale rosso, si reca all’altare, fa la riverenza e, giunto alla sede, inizia la
celebrazione dicendo:
Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
Il sacerdote (o un altro ministro) introduce, secondo l’opportunità, la celebrazione. Tutti siedono.
LETTURA
Lettura del libro della Genesi (6, 9b – 8, 21a)
Noè attraversa le acque del diluvio.
Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. Dio guardò la terra
ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un’arca di legno di
cipresso; dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza.
Farai nell’arca un tetto e, a un cubito più sopra, la terminerai; da un lato metterai la porta dell’arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.
Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c’è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia
alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con
te: siano maschio e femmina. Degli uccelli, secondo la loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie, due di ognuna verranno con te,
per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e farne provvista: sarà di nutrimento per te e per loro».
Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato: così fece.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e
la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la
terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra ogni essere che ho fatto». Noè fece quanto il Signore gli aveva
comandato.
Noè aveva seicento anni quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio.
Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo un maschio e una femmina entrarono, a due a due, nell’arca, come Dio aveva comandato a
Noè.
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello stesso giorno, eruppero tutte le
sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrarono nell’arca di Noè, con i figli
Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli; essi e tutti i viventi, secondo la loro specie, e tutto il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili che
strisciano sulla terra, secondo la loro specie, tutti i volatili, secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noè nell’arca, a due a due, di ogni carne in
cui c’è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d’ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.
Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l’arca, che s’innalzò sulla terra. Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra e l’arca galleggiava
sulle acque. Le acque furono sempre più travolgenti sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che
avevano ricoperto.
Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici,
cioè quanto era sulla terra asciutta, morì. Così fu cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; essi furono cancellati
dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca. Le acque furono travolgenti sopra la terra centocinquanta giorni.
Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell’arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Le fonti dell’abisso e le
cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette
del mese, l’arca si posò sui monti dell’Araràt. Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca e fece uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra. Noè poi fece uscire
una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell’arca, perché c’era ancora l’acqua su tutta la
terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell’arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera;
ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da
lui.
L’anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell’arca ed ecco, la superficie del suolo era
asciutta. Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra si era prosciugata.
Dio ordinò a Noè: «Esci dall’arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli animali d’ogni carne che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano
sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».
Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro specie, uscirono
dall’arca.
Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito.
SALMELLO
Dèstati, svègliati per il mio giudizio,
difendi la mia causa, Signore mio Dio.
Non esultino su di me i nemici bugiardi,
non strizzi l’occhio chi mi odia senza motivo;
difendi la mia causa, Signore mio Dio.
PASSIONE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO SECONDO MATTEO
Continuazione del Vangelo secondo Matteo (27, 62-66)
Le guardie al sepolcro.
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo
tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così
quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la
tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Alla lettura del Vangelo può lodevolmente seguire l’omelia che prepari alla celebrazione della Veglia
Pasquale.
Al termine della proclamazione del Vangelo o dopo l’omelia, lasciato un congruo spazio di silenzio, il sacerdote
dice:
Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
ORAZIONE
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, che sei mirabile in tutte le opere del tuo amore, illumina i figli da te redenti perché comprendano e riconoscano che, se fu prodigio grande all’inizio la creazione del
mondo, prodigio ancora più adorabile e grande nella pienezza dei tempi è il compimento della nostra salvezza nell’immolazione pasquale di Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive
e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
CONGEDO
Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
Il Signore ci benedica e ci esaudisca.
Amen.
Andiamo in pace.
Nel nome di Cristo.
VEGLIA PASQUALE
L’intera celebrazione della Veglia pasquale si svolge di notte: essa deve cominciare dopo l’inizio della notte e terminare prima dell’alba della Domenica. La messa
della notte, anche se celebrata prima della mezzanotte, è la messa pasquale della Domenica di risurrezione.
Coloro che partecipano alla Messa della notte possono di nuovo ricevere la comunione nella seconda Messa di Pasqua. Chi celebra o concelebra la Messa nella notte può
celebrare o concelebrare la seconda Messa di Pasqua.
Il sacerdote e i ministri indossano le vesti di colore bianco, prescritte per le Messe.
BENEDIZIONE DEL FUOCO
La benedizione del fuoco, o del nuovo lume, cui attingere per l’accensione del cero pasquale e delle altre lampade, è facoltativa.
Essa può avvenire in sacrestia o nel luogo che le circostanze rendono più opportuno, come ad es. – sul modello della liturgia pontificale in Duomo – all’altare della
Riserva eucaristica.
Il sacerdote a mani giunte dice:
O Dio vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. Lode a te, Signore, re di eterna gloria.
Kyrie, eleison. Kyrie, eleison. Kyrie, eleison.
ORAZIONE
Preghiamo.
Signore, Dio nostro, luce perenne, benedici † questo fuoco (questo lume); come il volto di Mosè per la tua presenza divenne raggiante, così rifulga su noi lo splendore di Cristo,
vera luce del mondo, e ci sia dato di camminare sulla strada della vita come figli della luce verso il tuo regno eterno. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Al nuovo fuoco o al nuovo lume si accendono subito il cero pasquale e i cantari. Ci si reca all’altare nel seguente ordine: precedono i ministranti con turibolo
fumigante e incenso; seguono il ministro che porta il cero pasquale tra due accoliti con i cantari accesi, il diacono con il libro del Preconio e, ultimo, il celebrante.
SOLENNE INIZIO DELLA VEGLIA O LUCERNARIO
Mentre la processione, che dovrà essere particolarmente solenne avanza, vengono accese le candele e le luci della chiesa.
Giunto all’altare, il sacerdote si reca alla sede e dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Il sacerdote saluta il popolo con queste parole o altre simili, attinte preferibilmente dalla Sacra Scrittura, come indicato nel Rito della Messa con il
popolo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Il sacerdote, o un altro ministro, illustra brevemente la Veglia Pasquale con queste parole o altre simili.
Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore è passato dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa sulla terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera.
Rivivremo la pasqua del Signore, nell’ascolto della parola di Dio e nella partecipazione ai sacramenti; e Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sul peccato
e sulla morte per vivere con lui, in Dio Padre, la vita nuova.
Il diacono si reca all’ambone, accompagnato dai ministranti con l’incenso e i cantari, e chiede la benedizione. Il celebrante dice:
Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra perché tu possa proclamare degnamente l’annunzio pasquale. Nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Se non è presente il diacono, il sacerdote celebrante (oppure un altro sacerdote, rivestito degli opportuni paramenti) si reca all’ambone per la proclamazione del
Preconio.
PRECONIO PASQUALE
Il diacono incensa il libro e, mente tutti stanno in piedi, inizia il Preconio pasquale.
Esultino i cori degli angeli,
esulti l’assemblea celeste.
Per la vittoria del più grande dei re,
le trombe squillino
e annuncino la salvezza.
Si ridesti di gioia la terra
inondata da nuovo fulgore;
le tenebre sono scomparse,
messe in fuga dall’eterno Signore della luce.
Gioisca la Chiesa, madre nostra,
irradiata di vivo splendore,
e questo tempio risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.
Ci assista Cristo Gesù, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna col Padre, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre,
qui e in ogni luogo,
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai consacrato la Pasqua per tutte le genti
senza immolazione di pingui animali,
ma con il corpo e il sangue di Cristo,
tuo Figlio unigenito.
Hai lasciato cadere i riti del popolo antico
e la tua grazia ha superato la legge.
Una vittima sola
ha offerto se stessa alla tua grandezza,
espiando una volta per sempre
il peccato di tutto il genere umano.
Questa vittima è l’Agnello prefigurato dalla legge antica;
non è scelto dal gregge, ma inviato dal cielo.
Al pascolo nessuno lo guida,
poiché lui stesso è il Pastore.
Con la morte e con la risurrezione
alle pecore tutto si è donato
perché l’umiliazione di un Dio
ci insegnasse la mitezza di cuore
e la glorificazione di un uomo
ci offrisse una grande speranza.
Dinanzi a chi lo tosava non volle belare lamento,
ma con voce profetica disse:
«Tra poco vedrete il Figlio dell’uomo
assiso alla destra di Dio».
Col suo sacrificio, o Padre, a te riconcilia i tuoi figli
e, nella sua divina potenza, ci reca il tuo stesso perdono.
Tutti i segni delle profezie antiche
oggi per noi si avverano in Cristo.
Ecco: in questa notte beata
la colonna di fuoco risplende
e guida i redenti alle acque che danno salvezza.
Vi si immerge il Maligno e vi affoga,
ma il popolo del Signore salvo e libero ne risale.
Per Adamo siamo nati alla morte;
ora, generati nell’acqua dallo Spirito Santo,
per Cristo rinasciamo alla vita.
Sciogliamo il nostro volontario digiuno:
Cristo, nostro agnello pasquale,
viene immolato per noi.
Il suo corpo è nutrimento vitale,
il suo sangue è inebriante bevanda;
l’unico sangue che non contamina,
ma dona salvezza immortale a chi lo riceve.
Mangiamo questo pane senza fermento,
memori che non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che viene da Dio.
Questo pane disceso dal cielo
vale più assai della manna,
piovuta dall’alto come feconda rugiada.
Essa sfamava Israele,
ma non lo strappava alla morte.
Chi invece di questo corpo si ciba,
conquista la vita perenne.
Ecco: ogni culto antico tramonta,
tutto per noi ridiventa nuovo.
Il coltello del rito mosaico si è smussato.
Il popolo di Cristo non subisce ferita,
ma, segnato dal crisma, riceve un battesimo santo.
Questa notte, dobbiamo attendere in veglia
che il nostro Salvatore risorga.
Teniamo dunque le fiaccole accese
come fecero le vergini prudenti;
l’indugio potrebbe attardare l’incontro
col Signore che viene.
Certamente verrà e in un batter di ciglio,
come il lampo improvviso
che guizza da un estremo all’altro del cielo.
Lo svolgersi di questa veglia santa
tutto abbraccia il mistero della nostra salvezza;
nella rapida corsa di un’unica notte
si avverano preannunzi e fatti profetici di vari millenni.
Come ai Magi la stella,
a noi si fa guida nella notte
la grande luce di Cristo risorto,
che il sacerdote con apostolica voce oggi a tutti proclama.
E come l’onda fuggente del Giordano
fu consacrata dal Signore immerso,
ecco, per arcano disegno,
l’acqua ci fa nascere a vita nuova.
Infine, perché tutto il mistero si compia,
il popolo dei credenti si nutre di Cristo.
Per le preghiere e i meriti santi
di Ambrogio, sacerdote sommo e vescovo nostro,
la clemenza del Padre celeste
c’introduca nel giorno del Signore risorto.
A lui onore e gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
Il diacono incensa eventualmente il cero pasquale, che viene collocato sull’apposito candelabro. Segue la catechesi veterotestamentaria di sei
letture.
CATECHESI VETEROTESTAMENTARIA
Se le circostanze pastorali lo richiedono, il numero delle letture dell’Antico Testamento può essere ridotto; possono essere omesse la V e la VI. Si abbia tuttavia
sempre presente che la lettura della parola di Dio è parte fondamentale della Veglia Pasquale.
L’ascolto delle Sacre Scritture sia introdotto con queste parole o con altre simili:
Fratelli, dopo il solenne inizio della veglia, disponiamo il nostro cuore ad ascoltare la parola di Dio. Meditiamo come, nell’antica alleanza, Dio ha salvato il suo popolo e come, nella pienezza
dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione. Preghiamo perché il nostro Dio conduca a compimento l’opera di salvezza incominciata con la Pasqua.
Per ciascuna lettura, il lettore si reca all’ambone e, dopo aver chiesto e ricevuto la benedizione, ne proclama il testo.
Terminata la lettura si esegue il SALMELLO o il CANTO. Tutti poi si alzano e il sacerdote invita alla preghiera: Preghiamo. Dopo una breve pausa di silenzio il sacerdote conclude con l’orazione.
Il salmello e il canto possono essere sostituiti con un momento di sacro silenzio. In questo caso si tralascia la pausa silenziosa dopo Preghiamo.
I LETTURA
Lettura del libro della Genesi (1,1-2,3a)
La creazione.
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il
firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide
che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così
avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era
cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del
cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le
stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu
mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e
brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le
acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro
specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli
uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto
buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro
che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò.
Parola di Dio.
SALMELLO
Tuoi sono i cieli, Signore, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene.
Canterò senza fine le tue grazie,
con la mia bocca annunzierò
la tua fedeltà nei secoli.
Tu hai fondato il mondo e quanto contiene.
ORAZIONE
Preghiamo.
O Dio, potenza perenne e luce senza tramonto, guarda con amore allo stupendo mistero della tua Chiesa e serenamente attendi, secondo il tuo disegno eterno, all’opera della salvezza umana; il
mondo intero ammirato contempli che l’universo abbattuto e decrepito risorge e si rinnova, e tutto ritorna all’integrità primitiva in Cristo, da cui tutto prese principio. Per lui che vive e
regna nei secoli dei secoli.
II LETTURA
Lettura del libro della Genesi (22,1-19)
Il sacrificio di Abramo.
In quei giorni. Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in
olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo
giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da
voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:
«Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto,
figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e
prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo
e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo
andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo
unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle
città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.
Parola di Dio.
SALMELLO
Offri a Dio un sacrificio di lode e
sciogli all’Altissimo i tuoi voti.
Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra; e tu
sciogli all’Altissimo i tuoi voti.
ORAZIONE
Preghiamo.
O Dio, Padre dei credenti, che, offrendo a tutti gli uomini il dono della tua adozione, moltiplichi nel mondo i figli della promessa e nel mistero battesimale rendi Abramo, secondo la tua parola,
padre di tutte le genti, concedi ai popoli che ti appartengono di accogliere degnamente la grazia della tua chiamata. Per Cristo nostro Signore.
III LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo (12,1-11)
L’agnello pasquale.
In quei giorni. Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e
dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua
casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete
sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo
sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare.
Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo
brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!”».
Parola di Dio.
CANTICO
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Amen.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Amen.
Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Amen.
Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Amen.
Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Amen.
Benedite, servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Amen.
Benediciamo il Padre, e il Figlio, e lo Spirito Santo,
lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Amen.
ORAZIONE
Preghiamo.
O Dio di infinito amore, che hai comandato al tuo popolo in Egitto di cibarsi dell’agnello, la cui immolazione per tuo dono avrebbe loro ridato la libertà, salva anche noi nel sangue di Cristo,
che è il vero Agnello pasquale, perché, liberati dalla schiavitù del demonio, nella verità e nella giustizia possiamo fedelmente celebrare la nostra pasqua nel Signore risorto, che vive e regna
nei secoli dei secoli.
IV LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo (13,18b-14,8)
Il «passaggio» pasquale.
In quei giorni. Gli Israeliti, armati, uscirono dalla terra d’Egitto. Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe, perché questi aveva fatto prestare un solenne giuramento agli Israeliti, dicendo:
«Dio, certo, verrà a visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa». Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con
una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si
ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
Il Signore disse a Mosè: «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achiròt, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Sefòn; di fronte a quel luogo vi accamperete presso
il mare. Il faraone penserà degli Israeliti: “Vanno errando nella regione; il deserto li ha bloccati!”. Io renderò ostinato il cuore del faraone, ed egli li inseguirà;
io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!». Ed essi fecero così.
Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si
sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore
rese ostinato il cuore del faraone, re d’Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata.
Parola di Dio.
CANTICO DI MOSÈ
Allora Mosè e gli Israeliti
cantarono questo canto al Signore e dissero:
«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!
Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!».
Gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare. Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con
danze. Maria intonò per loro il ritornello:
«Cantate al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato».
ORAZIONE
Preghiamo.
Moltiplica, Dio onnipotente ed eterno, la discendenza promessa alla fede dei patriarchi e accresci il numero dei tuoi figli perché la Chiesa veda in larga parte adempiuto il disegno universale di
salvezza nel quale i nostri padri hanno fermamente sperato. Per Cristo nostro Signore.
V LETTURA
Lettura del profeta Isaia (54,17c-55,11)
La parola uscita dalla bocca di Dio ne realizza il disegno di salvezza; per tutti i popoli assetati, chiamati alle acque, è
stabilita un’alleanza eterna.
Così dice il Signore Dio:
Questa è la sorte dei servi del Signore,
quanto spetta a loro da parte mia.
Oracolo del Signore.
O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio.
SALMELLO
Benedetto il Signore, Dio di Israele:
Egli solo compie prodigi.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre.
Dio, da’ al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
egli scenderà come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre.
ORAZIONE
Preghiamo.
Dio onnipotente, unica vera speranza del mondo, con la parola dei profeti hai preannunziato gli avvenimenti di salvezza che oggi si compiono; ravviva nel tuo popolo, riconciliato con te, il
desiderio del bene poiché, se tu non la ispiri, la virtù nei tuoi fedeli non si accresce. Per Cristo nostro Signore.
VI LETTURA
Lettura del profeta Isaia (1,16-19)
Invito al fonte: lavatevi, purificatevi.
Così dice il Signore Dio:
Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova.
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore –.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra».
Parola di Dio.
CANTO
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia a te, Signore!
ORAZIONE
Preghiamo.
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa chiamando nuovi figli da tutte le genti, custodisci nella tua protezione coloro che fai rinascere dall’acqua del battesimo. Per Cristo nostro
Signore.
oppure (se vi sono dei battezzandi)
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, guarda con bontà ai tuoi servi che si avvicinano con desiderio all’inizio della nuova vita, come la cerva assetata anela alle fonti delle acque; e fa’ che nel
sacramento della fede trovino la loro salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Il sacerdote si porta all’altare lo bacia ed eventualmente lo incensa.
ANNUNCIO DELLA RISURREZIONE
Il sacerdote si porta al lato sinistro dell’altare e canta:
Cristo Signore è risorto.
Rendiamo grazie a Dio.
oppure
Christus Dóminus resurréxit.
Deo grátias.
E subito si suonano le campane e l’organo. Il sacerdote ripete lo stesso annuncio della risurrezione al centro e al lato destro dell’altare, con un tono sempre più
alto. Poi ritorna alla sede e dice l’orazione.
ORAZIONE
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, che sei mirabile in tutte le opere del tuo amore, illumina i figli da te redenti perché comprendano e riconoscano che, se fu prodigio grande all’inizio della creazione
del mondo, prodigio ancora più adorabile e grande nella pienezza dei tempi è il compimento della nostra salvezza nell’immolazione pasquale di Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che
vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.
LITURGIA DELLA PAROLA
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli (2,22-28)
Pietro annuncia la risurrezione sul fondamento delle Scritture.
In quei giorni. Pietro parlò al popolo e disse: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio
stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso.
Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo:
“Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua,
e anche la mia carne riposerà nella speranza,
perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi
né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione.
Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza”».
Parola di Dio.
SALMO
dal Sal 117 (118)
R. Venite al Signore con canti di gioia.
oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». R.
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore. R.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R.
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1,1-7)
Cristo, costituito Figlio di Dio in virtù della risurrezione.
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio
suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di
lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti
quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia.
È risorto, come da un sonno,
come un forte inebriato.
Alleluia.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo (28,1-7)
L’angelo annuncia la risurrezione a Maria di Màgdala e all’altra Matia.
In quel tempo. Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore,
infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le
guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite,
guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Parola del Signore.
LITURGIA BATTESIMALE
Dopo l’omelia, il sacerdote con i ministri va al fonte battesimale, se questo è in vista dell’assemblea dei fedeli. Altrimenti si colloca in presbiterio un bacile
con l’acqua da benedire. Se vi sono catecumeni adulti, vengono chiamati per nome e presentati poi dai loro padrini; i bambini vengono portati dai genitori e dai padrini alla presenza della
comunità riunita.
Il sacerdote, o un altro ministro, si rivolge ai presenti con le seguenti parole o con altre simili.
Se ci sono dei battezzandi:
Fratelli, con unanime preghiera sosteniamo la gioiosa speranza dei nostri fratelli perché Dio, Padre onnipotente e misericordioso, li guidi nella sua bontà al fonte della rigenerazione.
Se si benedice il fonte, ma non ci sono battezzandi:
Carissimi, invochiamo la benedizione di Dio Padre onnipotente sul fonte battesimale, nel quale i nostri fratelli saranno rigeneràti in Cristo, per entrare nella famiglia di Dio.
Se la processione al battistero fosse piuttosto lunga, si esegue qualche canto adatto durante il tragitto; in tal caso l’appello dei battezzandi verrà fatto prima
della processione.
Se non vi sono battezzandi, né si deve benedire il fonte, subito ha luogo la benedizione dell’acqua lustrale.
BENEDIZIONE DELL’ACQUA
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, vieni e anima con la tua presenza questo sacramento del tuo grande amore; manda il tuo Spirito a generare dal fonte battesimale la nuova progenie dei tuoi figli e fa’
che l’efficacia della tua potenza dia vigore alla pochezza del nostro ministero. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Il sacerdote, a mani giunte prosegue:
Ricevi la forza di Dio per la salvezza e sii acqua santa e benedetta. Sii benedetta per il Dio vero, per il Dio vivo, per il Dio santo, o acqua, che egli separò dalla terra al principio del
mondo; acqua effusa dalla fonte del cielo e inviata per quattro fiumi a irrigare tutta la terra; acqua amarissima, resa dolce dal legno che prefigurava la croce; acqua sgorgata dalla roccia per
dissetare il popolo prediletto; acqua risanatrice, in cui fu mondato dalla lebbra Naham il siro. Sii benedetta per il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, che in Cana di Galilea ti
trasformò mirabilmente in vino; che camminò sulle tue onde, in te si immerse, in te fu battezzato da Giovanni; e ti chiamò fonte di Siloe, volendo che in te il cieco si lavasse gli occhi per
ricuperare la vista; acqua sorgente di vita, che lasciò scaturire dal suo fianco insieme con il sangue, per comandare infine ai suoi discepoli: andate, portate il vangelo a tutte le genti e
battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.
Sii benedetta per l’efficacia dello Spirito santo, o acqua pura e purificante, perché essa possa dissipare ogni presenza diabolica, ogni influsso del Maligno e liberare chi sarà immerso in te per
il battesimo e gioioso in te rinascerà senza colpa. Nel nome di Dio Padre onnipotente, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che verrà nello Spirito santo a giudicare il mondo con il
fuoco.
Amen.
Se non si amministra il battesimo, si procede alla rinnovazione delle promesse battesimali.
CONFERIMENTO DEL BATTESIMO
I riti di accoglienza, l’orazione di esorcismo e l’unzione con olio dei catecumeni avverranno in tempo e luogo opportuno prima della Veglia
Pasquale.
Se i battezzandi sono bambini, il celebrante si rivolge ai genitori e ai padrini con queste parole o altre simili:
Cari genitori, padrini e madrine, i bambini che voi presentate stanno per ricevere il battesimo. Nel suo amore Dio darà loro una vita nuova e rinasceranno dall’acqua e dallo Spirito Santo. A voi
il compito di educarli nella fede perché la vita divina che ricevono in dono sia preservata dal peccato e cresca di giorno in giorno. Se dunque, in forza della vostra fede, siete pronti ad
assumervi questo impegno, memori delle promesse del vostro battesimo, rinunziate al peccato e fate la vostra professione di fede in Cristo Gesù: è la fede della Chiesa nella quale i vostri figli
vengono battezzàti.
Se i battezzandi sono bambini e adulti:
Carissimi genitori e padrini, col sacramento del battesimo i bambini da voi presentati riceveranno dall’amore del Signore, e in virtù dell’acqua e dello Spirito Santo, una vita nuova. Sarete voi
a farli crescere nella fede, così che tale vita nuova trascorra lontana dal contagio della colpa, e maturi giorno dopo giorno nelle opere della grazia. Allo stesso modo, voi, che in questa veglia
pasquale ricevete la rigenerazione e la vita dello Spirito, farete crescere il dono di Dio e la grazia che vi è data come frutto della Pasqua del Signore. Guidati dalla fede della Chiesa, che
vince il peccato del mondo, rinunciate al peccato e professate con tutto il popolo di Dio la vostra adesione a Cristo, Salvatore e Signore:
Se i battezzandi sono adulti:
Voi che in questa veglia pasquale riceverete la rigenerazione e la vita dello Spirito, farete crescere il dono di Dio e la grazia che vi è data come frutto della Pasqua del Signore. Guidati dalla
fede della Chiesa, che vince il peccato del mondo, rinunciate al peccato e professate con tutto il popolo di Dio la vostra adesione a Cristo, Salvatore e Signore:
RINUNCIA
Rinunciate a Satana?
Rinuncio.
E a tutte le sue opere?
Rinuncio.
E a tutte le sue seduzioni?
Rinuncio.
PROFESSIONE DI FEDE
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
BATTESIMO
Se i battezzandi sono bambini, il celebrante fa avvicinare al fonte i genitori e i padrini del primo bambino, si fa ripetere il nome del piccolo, e poi rivolge loro
la seguente domanda, che si tralascia se i battezzandi sono adulti.
Volete dunque che N. riceva il battesimo nella fede della Chiesa che tutti insieme abbiamo professato?
Genitori e padrini:
Sì, lo vogliamo.
E subito il celebrante battezza dicendo:
N. io ti battezzo nel nome del Padre
prima immersione
e del Figlio
seconda immersione
e dello Spirito Santo.
terza immersione.
Allo stesso modo si comporta il celebrante con ogni battezzando. Il padrino o la madrina, oppure ambedue, toccano il battezzando.
UNZIONE CON IL SACRO CRISMA
Non ricevono questa unzione coloro che devono essere cresimati.
Il celebrante dice:
Iddio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, vi ha liberato dal peccato e vi ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito santo, unendovi al suo popolo; egli stesso vi consacra con
il crisma di salvezza perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, siate sempre membra del suo corpo per la vita eterna.
Amen.
Quindi, senza proferire parola, il celebrante fa l’unzione con il sacro crisma sul capo di ogni battezzato. Se i battezzati sono molti, e sono presenti altri
sacerdoti o diaconi, ognuno di loro può collaborare col celebrante nell’unzione.
CONSEGNA DELLA VESTE BIANCA
Il celebrante dice:
N. e N. siete diventati nuove creature e vi siete rivestiti di Cristo. Questa veste bianca sia segno della vostra nuova dignità;
aiutàti dalle parole e dall’esempio dei vostri cari, portatela senza macchia per la vita eterna.
Amen.
Ad ogni battezzato viene consegnata la veste bianca.
CONSEGNA DEL CERO ACCESO
Uno dei presenti (ad esempio il padre o il padrino, o lo stesso battezzato se adulto), accende alla fiamma del cero pasquale la candela del
battezzato.
Se i battezzati sono bambini, il celebrante dice:
Ricevete la lampada accesa. La vostra vita, o genitori e padrini, sia luminosa come questa lampada, e trascorra irreprensibilmente, così che, sul vostro esempio, questi bambini possano custodire
la santità del loro battesimo.
Se ci sono anche battezzati adulti, il celebrante aggiunge:
Così, voi, o fedeli, che avete ricevuto il dono della vita nuova, diffondete nel mondo la luce della vita divina, con le parole e con le opere, così che il Signore, al suo ritorno per le nozze,
vi accolga con tutti i santi nell’aula del convito celeste, per una vita senza fine, e per la beatitudine nei secoli dei secoli.
Amen.
Se ci sono soltanto adulti battezzati, il celebrante dice:
Voi, o fedeli, che avete ricevuto il dono della vita nuova, diffondete nel mondo la luce della vita divina, con le parole e con le opere, così che il Signore, al suo ritorno per le nozze, vi
accolga con tutti i santi nell’aula del convito celeste, per una vita senza fine, e per la beatitudine nei secoli dei secoli.
Amen.
Quindi il sacerdote dice:
Celebrati i riti battesimali, diciamo senza fine il nostro grazie al Padre onnipotente, Signore del cielo e della terra, e chiediamogli umilmente di rendere partecipi noi e tutto il popolo della
gloria del Cristo risorto. Ce lo conceda per il suo stesso Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
Il sacerdote asperge il popolo con l’acqua battesimale, mentre tutti cantano:
ANTIFONA
Lavacro santo e puro,
perenne fonte d’acqua,
che dona a chi si immerge
la giovinezza eterna, alleluia.
Se si fa la processione dal battistero all’altare o se si porta l’acqua battesimale dall’altare al battistero, si canta:
ANTIFONA
Alleluia, alleluia, alleluia.
SALMODIA
Sal 31(32)
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa *
e coperto il peccato, alleluia
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto *
e nel cui spirito non è inganno, alleluia.
Tacevo e si logoravano le mie ossa, *
mentre ruggivo tutto il giorno, alleluia.
Giorno e notte pesava su di me la tua mano, *
come nell’arsura estiva si inaridiva il mio vigore, alleluia.
Per questo ti prega ogni fedele *
nel tempo dell’angoscia, alleluia.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! *
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! Alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
ANTIFONA
Alleluia, alleluia, alleluia.
Se si deve amministrare il sacramento della confermazione a qualche battezzato adulto, il rito prosegue con l’imposizione delle mani e la crismazione, secondo quanto
indicato dal Rituale.
Il sacerdote, alla sede, riprende la Messa.
Invece della preghiera dei fedeli, si cantano o recitano le LITANIE.
LITANIE DEI SANTI
Rigenerati nel lavacro, questi neobattezzati vengono chiamati e sono veramente figli di Dio. Essi sono divenuti partecipi della comunione dei santi, che ora invochiamo come nostri fratelli:
Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà.
O Cristo, liberaci. O Salvatore, liberaci.
Santa Maria, intercedi per loro.
San Michele, intercedi per loro.
San Giovanni, intercedi per loro.
San Giuseppe, intercedi per loro.
San Pietro, intercedi per loro.
San Paolo, intercedi per loro.
Sant’Andrea, intercedi per loro.
Santo Stefano, intercedi per loro.
San Protaso, intercedi per loro.
San Gervaso, intercedi per loro.
Santa Tecla, intercedi per loro.
Sant’Agnese, intercedi per loro.
San…(si possono invocare i santi patroni dei Battezzati, della chiesa o del luogo) intercedi per loro.
San Martino, intercedi per loro.
San Galdino, intercedi per loro.
San Carlo, intercedi per loro.
Sant’Ambrogio, intercedi per loro.
Dégnati, Padre onnipotente, di condurre questi tuoi figli, mediante la santità della loro vita, alla gioia del regno celeste,
ascolta la nostra voce.
Rendili partecipi della pienezza dello Spirito Santo e della mensa del sacrificio di Cristo,
ascolta la nostra voce.
Fa’ che genitori e padrini siano fulgido esempio di fede per questi tuoi fedeli appena rinati alla vita,
ascolta la nostra voce.
Custodisci sempre nel tuo amore le loro famiglie,
ascolta la nostra voce.
Rinnova in noi tutti la grazia del battesimo,
ascolta la nostra voce.
Segue l’orazione a conclusione della liturgia della parola.
BENEDIZIONE DELL’ACQUA LUSTRALE
Se non ci sono battezzandi né si deve benedire il fonte battesimale, il sacerdote benedice l’acqua con questa orazione:
Fratelli, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro perché benedica quest’acqua con la quale saremo aspersi in ricordo del nostro battesimo. Egli ci rinnovi interiormente e ci conceda di essere
sempre fedeli allo Spirito che ci è stato donato.
E, dopo una breve pausa di preghiera silenziosa, a mani giunte, prosegue:
Dio di bontà e di misericordia, ascolta la preghiera di questo popolo che ricorda l’opera mirabile della creazione e la grazia ancora più mirabile della salvezza. Dégnati di benedire †
quest’acqua, creata a portare fertilità alla terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi. In questo tuo dono riveli molti segni della tua benevolenza. Passando per le acque del Mar Rosso,
Israele ha raggiunto la libertà promessa; una sorgente, che hai fatto scaturire nel deserto, ha sollevato il tuo popolo dal tormento della sete; con l’immagine dell’acqua viva i profeti hanno
offerto agli uomini l’annunzio della nuova alleanza; infine, nell’acqua del fiume Giordano, santificata da Cristo, tuo Figlio, hai dato inizio al popolo nuovo, liberato dalla colpa d’origine nel
sacramento della rinascita. Nel segno di quest’acqua benedetta, ravviva, o Padre, il ricordo del nostro battesimo e raduna l’assemblea gioiosa di tutti i fratelli, battezzati nel mistero pasquale
di Cristo Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI
Compiuta la benedizione dell’acqua, tutti, in piedi, rinnovano le promesse del loro battesimo. Il sacerdote si rivolge ai fedeli con queste parole o con altre
simili:
Fratelli carissimi, per mezzo del battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale di Cristo: siamo stati con lui sepolti nella morte per risorgere con lui a vita nuova. Ora, al termine
dell’itinerario quaresimale, rinnoviamo le promesse del nostro battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a Satana e alle sue opere, impegnandoci a servire fedelmente Dio nella santa
Chiesa cattolica.
Rinunciate a Satana?
Rinuncio.
E a tutte le sue opere?
Rinuncio.
E a tutte le sue seduzioni?
Rinuncio.
Credete in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Il sacerdote conclude:
Iddio Padre onnipotente, che ci ha liberato dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito santo, ci custodisca con la sua grazia, nel Signore Gesù, per la vita eterna.
Amen.
Il sacerdote, alla sede, riprende la messa con la PREGHIERA DEI FEDELI.
A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA
O Padre, che nella celebrazione pasquale hai rianimato il mondo con la forza della grazia divina, serbaci per sempre i doni che l’annua festività ci ha portato perché nella fedeltà dei nostri
fuggevoli giorni possiamo arrivare alla vita che non finisce. Per Cristo nostro Signore.
oppure (se ci sono dei neobattezzati)
Accogli le nostre preghiere, o Dio che illumini questa santissima notte con la gloria del Salvatore risorto: conserva nei nuovi membri della tua famiglia lo spirito di figli che hai loro donato e
fa’ che, rinnovati nel cuore e nella vita, possano servirti con animo puro. Per Cristo nostro Signore.
Non si dice il Credo
SUI DONI
Accogli, o Padre, questi doni che lieta la Chiesa ti offre; tu che l’hai rallegrata con la celebrazione della vittoria pasquale, guidala fiduciosa alla felicità eterna. Per Cristo nostro
Signore.
PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta benedirti in ogni tempo, o Padre, ma soprattutto proclamare la tua gloria in questa notte memoranda nella quale Cristo, nostra pasqua, si è immolato; Agnello di
Dio, egli ha tolto i peccati del mondo, morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha rinnovato la vita.
Per questo mistero, con il cuore traboccante di gioia, esultano gli uomini di tutta la terra e uniti agli angeli e ai santi cantano l’inno della lode perenne: Santo, santo, santo…
Si prosegue con la Preghiera Eucaristica VI (che si può trovare qui).
Dopo le parole … per la tua santa Chiesa, diffusa su tutta la terra; se è stato celebrato il sacramento del battesimo, vengono ricordati i
neofiti:
per questi tuoi figli che oggi hai fatto rinascere dall’acqua e dello Spirito puri da ogni peccato;
La preghiera riprende normalmente con le parole: te l’offriamo inoltre per i sacerdoti a te consacrati…
ALLO SPEZZARE DEL PANE
Morivo con te sulla croce,
oggi con te rivivo.
Con te dividevo la tomba,
oggi con te risorgo.
Donami la gioia del regno,
Cristo, mio salvatore.
Alleluia, alleluia.
ALLA COMUNIONE
L’albero della vita
è donato a chi crede;
ecco la porta s’apre
ai tuoi servi fedeli.
Acqua di fonte viva
Ci disseta e ci sazia.
Alleluia, alleluia.
Durante la comunione il diacono o un altro ministro riporta l’eucaristia dal luogo dove era stata riposta.
DOPO LA COMUNIONE
A noi, che abbiamo partecipato al banchetto pasquale e ci siamo nutriti del Pane di vita e del Calice di salvezza, concedi, o Dio, di essere sostenuti e difesi fino al regno eterno. Per Cristo
nostro Signore.