Ho ricomposto il volto dell'uomo e si è ricreato il mondo

Un papà stava leggendo il giornale, comodamente sprofondato nella poltrona del salotto, dopo un’impegnativa giornata di lavoro, e il figlio continuava a interromperlo perché voleva giocare.

Il padre, per stare tranquillo, prese l’immagine complessa di un planisfero riprodotta su una delle pagine che stava sfo-gliando, la fece in tanti pezzi e la diede al ragazzino perché, come gioco, ricostruisse il mondo. Dopo soli dieci minuti il bambino torna con il puzzle perfettamente ricomposto. Il padre stupito gli chiese: “Ma come hai fatto?». Il bimbo, con una semplicità disar-mante, gli disse: “Semplice. Dietro c’era il volto di un uomo. Ho ricomposto il volto dell’uomo e si è ricreato il mondo”.
Il mistero del Natale che abbiamo appena celebrato ci ha fatto rivivere e pensare alla “Parola che si fa carne”, al creatore che si fa creatura, al principio che si fa presente, e rendersi conto che Dio lascia il cielo per prendere casa accanto a noi, per farsi vicino e compagno fedele di fatiche e di giochi, di confidenze e di avventure, significa accoglie-re la scommessa di ricostruire la nostra vita e il nostro mondo partendo dal nostro volto. Quante volte siamo abili nel lamentarci in continuazione per il mondo che non funziona, senza mai assumerci la responsabilità del nostro volto. Dobbiamo girare la pagina, trovare il nostro viso e come per magia il “nostro” universo troverà ordine.
Siamo ormai a un anno nuovo. E’ già iniziato e mi sembra giusto che anche da “Il quadrifoglio” ci sia un augurio per tutti: un augurio perché questo nuovo anno sia veramente un anno di pace per tutti. Un anno necessario per dare un volto nuovo al nostro modo di vivere la fede cristiana e la nostra appartenenza alla Chiesa.
Comporre nuovamente il “nostro volto” cristiano non è questione di nuove dinamiche organizzative, ma di stile di vita. La MISSIONE POPOLAREMISSIONE POPOLARE che saremo chiamati a vivere è il dono più grande per ritrovare questo stile di vita fondato sulla Pa-rola di Dio, quel “Verbo che si fa carne”, che noi potremo conoscere e seguire grazie alla partecipazione di Gruppi di ascolto del  Vangelo.
Abbiamo bisogno di un volto nuovo. Un nuovo anno che inizia è anche un momento nel quale possiamo decidere di ricominciare, di convertirci, più concretamente, di prendere decisioni più coraggiose Buon anno a tutti, dunque!
 A chi soffre anzitutto. A tutti i malati, gli anziani, le persone sole, soprattutto a coloro che hanno subito ingiustizie e non sanno come uscirne.
Buon anno ai nostri bambini, che hanno estremo bisogno di vedere punti di riferimento affidabili in noi adulti: papà, mamme, educatori, insegnanti.
Buon anno a tutti coloro che nei nostri paesi s’impegnano a diverso titolo per renderli migliori, qualche volta anche pa-gando di persona.
 Buon anno alle nostre parrocchie, perché siano sempre più impegnate nello sforzo evan-gelico della missione, dell’annuncio della Parola, della ma-turazione della fede e di una presenza significativa nel cuore della comunità pastorale.
 Un augurio a tutte le persone che in modo particolare s’impegnano e hanno assunto responsabilità nella nostra comunità pastorale, perché non si scoraggino mai e che lo Spirito faccia loro gustare sempre la tenerezza dell’amore del Padre e la gioia di potersi donare.
Noi siamo tutti solo dei servi di poco conto. E’il Signore, la sua Parola, la sua Presenza che ci rende figli.
Dedichiamo tempo alla sua Parola e troveremo Dio. Dedichiamo tempo agli altri e troveremo Dio. Dedichiamo tempo a Dio e troveremo noi stessi.
Buon Anno!