II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO “B”

All’inizio di questo nuovo anno pastorale la liturgia di questa domenica ci aiuta a mettere a fuoco il messaggio che ci accompagnerà per tutto questo periodo chiamato Anno della Fede.

Siamo invitati a soffermarci sul mistero della Chiesa e della sua missione.

Nelle tre letture che abbiamo letto sono due le figure che si intrecciano: quella di Mosè e quella di Gesù. Potremmo quasi dire che è la Domenica in cui si medita Gesù come nuovo Mosè.

La Parola ci dice di Gesù ciò che si dice di Mosè. “Mosè ha scritto di me” leggiamo nel testo del Vangelo, ma più ampiamente ancora Gesù dice: “Sono proprio le Scritture danno testimonianza di me”.

Allora è chiaro se intendiamo fare un cammino di fede cristiana non possiamo prescindere dalla Parola di Dio, facile e difficile. “Sono proprio le Scritture che danno testimonianza di me”.

La pagina di vangelo segue una miracolo compiuto di sabato. Infatti aveva guarito una paralitico. Questo per i giudei è gravissimo, lavorare di sabato! E questo gesto provoca la collera delle autorità religiose giudaiche. Si qualche versetto prima: “Per questo i dirigenti Giudei cominciarono a perseguitarlo, perché compiva tali cose in giorno di riposo“.

Ne nasce quasi un processo. E Gesù chiama come suo difensore Dio Padre: “Anche il Padre che mi ha mandato ha dato testimonianza di me“.

Ma perché tutta questa discussione? Perché il volto di Dio presentato da Gesù non corrisponde a quello dei Giudei. Non basta dire che crediamo in Dio. Anche quei giudei credevano in Dio. Il problema è chi è Dio per loro e chi è invece Dio per Gesù.

I Giudei hanno una immagine distorta di Dio: per loro Dio è il Dio dei precetti, il Dio da tenere buono con le osservanze, un Dio padrone da servire come schiavi.

Il Dio che Gesù predica è un Dio non padrone, ma padre, lo chiama Padre, un Dio che ha a cuore ognuno di noi. Ha a cuore e si appassiona soprattutto per i più deboli dell’umanità.

Ecco io il messaggio: il cammino di fede che ci aspetta consiste nello sperimentare, come Chiesa e come persone, di essere amati, di essere accompagnati da questo Dio.

Bello e significativo il titola della Lettera Pastorale del nostro Vescovo: “Alla scoperta del Dio vicino”.

La fede cristiana è generata e alimentata dall’in-contro con Gesù, è fiducia nutrita dall’incontro con il Signore. Un Dio che “Ci fa avanzare tra i flutti, fa sì che non inciampiamo”. (lettura)

Credere che Gesù è Figlio di Dio era inconcepibile per i Giudei, ma lo è ancora oggi per noi.

E’ necessario fare un salto di qualità nella fede. Come possiamo aiutarci e aiutare l’uomo d’oggi a rinvigorire la propria fede?

I testi letti oggi ci danno come una regola di vita, un programma pastorale:

  1. Gesù nel Vangelo dice: “Leggete le Scritture!”

Il cardinal Martini in un’intervista rilasciata lo scorso 8 agosto (quasi un testamento) par-lando della stanchezza della Chiesa e della necessità di ridarle forza faceva uso dell’immagine della brace che si nasconde sotto la cenere. Come si può liberare questa brace? Troppa cenere segnata dall’indiffe-renza, dalla superficialità, dal nostro cuore chiuso, segnato da incomprensioni, divisioni. Dobbiamo ricercare questa brace, questa fede nel Signore Gesù, dobbiamo fare riardere questa brace in modo che lo Spirito possa diffondersi ovunque. E Solo l’incontro con la Parola si cambia il cuore e trova vigore per eliminare la cenere che copre e annebbia gli obiettivi del nostro agire e servire. “Leggete questa Parola”. Gruppi di ascolto.

3       Gesù di ancora quest’oggi: «Non abbiate timore a testimoniare che sono il Figlio di Dio e il salvatore dell’umanità.

         La testimonianza!

A questo proposito, sosteneva Gandhi (Grande guida spirituale per gli induisti): «Non credo alla gente che parla agli altri della propria fede. La fede non ammette di essere raccontata. Deve essere vissuta, e allora si diffonde da sé».

All’intercessione della Madonna della Cintura affidiamo la richiesta che ci deve accompagnare per tutto questo Anno della fede: «Credo; aiuta la mia incredulità».