OMELIA NELLA NOTTE DI NATALE 2012

Vorrei fare brevemente qualche riflessione su questo grande mistero dell’incarnazione. Usando la parola “mistero”, non voglio dire una cosa buia, che non si capisce per niente: voglio dire, invece, una cosa talmente luminosa che si fa’ fatica guardare perché ciò che rivela è immenso.

In questa notte noi siamo guidati a contemplare un Mistero che ha molte facce, un Mistero che si può guardare da molti angoli diversi. Si può guardare ora dalla parte dell’uomo ora dalla parte di Dio, ma, da qualunque parte lo si consideri, teniamo in considerazione sia Dio che l’uomo, perché siamo di fronte al mistero dell’incarnazione del Verbo per noi: un Dio che si è fatto uomo.

Il primo Mistero è questo: Dio si interessa di noi. Sembra una cosa banale, ma non è vero: moltissime culture e moltissime persone pensano a Dio come uno che deve “farsi gli affari suoi”. Invece il Natale di Gesù ci ricorda chiaramente che Dio si interessa di ogni essere umano. Il nostro Dio ha scelto di entrare nella storia, non solo di dirigerla dall’alto. Ha scelto di guardare questa storia e ha detto: “io divento uno di questa storia”. E sceglie di venire non in forma solenne, gloriosa, potente ma facendosi piccolo, un bambino. Non viene a dire: tu hai sbagliato, tu fai quest’altro, tu obbediscimi, tu servimi. Viene e se ne sta zitto. Lui viene nella storia in questo modo!

Sembra quasi una cosa fuori dal normale nel momento in cui la consideriamo e questo ci presenta un secondo Mistero, che nel Vangelo, che abbiamo appena fatto, è messa lì bella chiara. Il secondo mistero è questo: il mistero della incredulità. Tante possono essere le reazioni davanti ad un Dio così. C’è un sacco di gente che vorrebbe un Dio potente, uno che arriva e giudica …. e invece  no. Un Dio che s’interessa di noi, che si avvicina a noi, ma che si scontra, purtroppo, con la nostra incredulità, la nostra poca fede. Senza volerlo apertamente, ma capita spesso di mettere Dio fuori dalla nostra vita e non lo riconosciamo più. Viviamo come se Dio non esistesse. Anche in questa notte da che cosa siamo stati mossi per venire a questa Messa? “Aiutami Signore nella mia incredulità” ci viene chiesto di ripetere in questo Anno della Fede.

E passiamo così ad un terzo Mistero, che è ancora più profondo di quello dell’incredulità, ed è il Mistero del credere. Che bello e incoraggiante vedere che tanti sono ancora coloro che riconoscono in quel Bambino l’Amore, che riconoscono un Dio che non è fatto di dominio, ma è fatto di proposta, di incontro, di ricerca della persona. Un Dio che condivide la mia storia, che magari non mi risolve i problemi, ma sta con me quando ho i problemi, che viene a cercarmi.

Mi piace citare il testo di una canzone un po’ profana che dice che “Tutto l'universo obbedisce all'amore, come puoi tenere nascosto un amore” la canta Franco Battiato. E’ così: noi siamo convinti che tutto l’universo obbedisce all’amore. Dio è amore: non nel senso dell’emozione, della simpatia. Ma nel senso di un Dio che si comunica, che si avvicina e ci ama.

Questa è la cosa che trasforma la nostra vita e cambia il nostro modo di vedere le cose, di vedere noi, di vedere Dio, di vedere il mondo. Perché ogni cosa obbedisce a questo amore, è costruita su questo amore. “A quelli che credono ha dato il potere di diventare figli di Dio” dice il Vangelo. Per noi sembra una cosa così normale, ma è una realtà eccezionale: “a chi crede ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Dio ha fatto tutto un cammino per arrivare fino a noi, fino all’ultimo di noi e facendo questo ha permesso a ciascuno di noi di entrare nella Sua vita. Questo è il dono che noi celebriamo questa notte. Il mistero di un Amore che arriva e trasforma e cambia.

Di fronte ad un Amore così vogliamo aprire il cuore, dire “sì”, e dire “Signore, ti accetto così, mi piaci così, ti amo così; perché Tu mi hai amato in questo modo, mi hai accettato in questo modo, mi hai cercato ogni istante in questo modo”. Solo da qui prende il via uno scambio: “come puoi tenere nascosto l’amore” dice la canzone di Battiato.

Noi in questa notte siamo inondati dall’amore di Dio, un amore che non vogliamo trattenere come se fosse una cosa da tenere nascosta, ma lo ridoniamo a Lui e anche a tutti coloro che incontriamo, ai nostri vicini, a quelli seduti accanto a noi questa notte. In questo modo questa notte sarà veramente una notte santa, piena, vera, di quelle che trasformano l’esistenza.

Riconfermiamo la nostra volontà di essere tra coloro che credono, che credono in un Dio che è amore e che s’impegnano a non tenerlo nascosto, ma a testimoniarlo, a donarlo con gioia e nella verità.

Buon Natale a tutti.