31 dicembre 2012

“Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”. Queste sono le parole che canteremo dopo la comunione nel solenne inno del Te Deum. Anche per questo anno che sta per finire noi lo canteremo a conferma della certezza con cui vogliamo affrontare lo scorrere del tempo: non un doloroso e rassegnato finire nel nulla, ma l’anticipo della presenza del Dio con noi che il Natale ci ha fatto vivere.

“Dio ti benedica”! Fino alla generazione dei nostri nonni questa era la formula con cui normalmente ci si salutava incontrandosi, tanto la fede era radicata nel nostro popolo. Era la testimonianza di una fede che rimarcava la necessità di Dio per la vita.

La lettura che abbiamo ascoltato fa risuonare la benedizione sacerdotale, antica di oltre tremila anni, che ci è riportata dal libro dei Numeri. E’ la benedizione con cui i sacerdoti di Israele benedivano il popolo nelle grandi solennità, ed è triplice. Tre volte infatti viene invocato il nome santo di Dio:

“Ti benedica il Signore”;        

“Il Signore faccia brillare il suo volto su di te”.

“Il Signore rivolga su di te il suo volto”.

Abbiamo più che mai bisogno del fatto che Dio ci guardi, faccia splendere il suo volto su di noi e ci permette di poterlo vedere anche noi. Pertanto questa vogliano metterci davanti a Lui, al suo sguardo, come si mette davanti al sole in estate per abbronzarci. Lasciamoci rischiarare e scaldare dalla sua benedizione.    

Far splendere il volto, indica accendere il sorriso di una persona. Quando sorridiamo il nostro volto si illumina. Questo ci auguriamo: qualunque cosa accada nel nuovo anno, che sempre possiamo cogliere il volto sorridente di Dio. Chi ama, anche nelle avversità, sorride.

Auguriamoci questa benedizione con la parole che disse Gandhi, grande guida spirituale per l’India,: “Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. … Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha mai pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. … Prendi la bontà e donala a chi non sa donare”.

Ma come accorgersi che Dio sorride per noi?

Per accorgersi di questo sorriso di Dio il Vangelo ci presenta Maria. Questa giovane donna turbata dai troppi eventi che hanno caratterizzato l'ultima settimana: il parto da sola, l'essere lontana dalla sua casa, il non essere accolta negli alberghi, la sistemazione più che provvisoria in una stalla, la visita dei pastori. Cosa fa? Si legge: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore».

Maria ascolta la Parola e la medita nel suo cuore. Questo è qualcosa che noi facciamo, forse facciamo proprio poco. Ed è una dimensione su cui invece bisogna che ci fermiamo; perché, se non c’è questa meditazione nel cuore, non c’è neanche possibilità di arrivare al sorriso, alla vita nuova. Maria era capace di lasciare uno spazio tra l’ascolto e l’azione; perché l’azione non sia semplice osservanza di una Legge esterna o di un’indicazione, ma sia qualcosa che ti nasce davvero dal cuore. Dentro il cuore: tempo ricco, fatto di azioni, di pensieri, di situazioni che fanno crescere ciò che è stato seminato. Perché non cambiamo mai? Perché continuiamo a sapere delle cose e a non farle diventare vita.

Il tempo passa e il suo scorrere ci invita a volgere lo sguardo con riconoscenza al Signore del tempo. Sempre nell’inno del Te Deum, pregheremo cantando: “Soccorri, te ne preghiamo, i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo sangue prezioso". Questa è la nostra preghiera, stasera: “Soccorri, Signore, con la tua misericordia la nostra Comunità Cristiana nella quale, come altrove, tante povertà e fatiche pesano sulla vita delle persone e delle famiglie, impedendo di guardare al futuro con fiducia”.

Chiediamo al Signore che faccia di ciascuno di noi un autentico fermento di speranza nei vari ambienti in cui viviamo perché si possa costruire un futuro migliore. È questo il mio augurio per tutti alla vigilia di un nuovo anno. «Dio ci benedica con la luce del suo volto»: così oggi abbiamo pregato nel Salmo responsoriale. «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto» dice in un altro brano il salmista. Questo è l’augurio per il nuovo anno che tra qualche ora aprirà le porte per tutti noi.

Buon 2013!