BATTESIMO DEL SIGNORE “C”

La festa del Battesimo del Signore chiude il tempo natalizio e avvia il tempo dopo l’Epifania. Anche lo stesso brano del Vangelo di Gesù segna il passaggio dalla sua vita nascosta di Nàzaret alla sua vita pubblica. Nel Battesimo viene manifestato il Mistero della persona di Gesù.

Noi siamo abituati a sentire Gesù che parla del Padre. Oggi invece accade il contrario. E’ il Padre che rivela il Figlio; dove è il Padre che parla di Gesù. Mette la conferma della Sua Parola, dicendo che Gesù è davvero l’Amato, bisogna fidarsi di Lui.

Il Padre dice: “Tu sei l’Amato”. E dall’altra parte il Figlio non risponde parlando, risponde operando. Risponde mettendosi dentro nel luogo dove tutti vanno farsi battezzare. Si mette insieme ai peccatori, pur non avendo peccato. Vuole raggiungere ogni uomo, di ogni tempo, in ogni situazione, anche i più lontani. Facendo così facendo conoscere così l’amore del Padre per ogni uomo.

Cammina con i peccatori, penitente con i penitenti. Lui che è senza tenebra accetta di condividere la nostra tenebra per illuminarla con la sua presenza.

La potenza della Sua azione entra nell’acqua e da quell’acqua è come se partisse un’enorme ondata di grazia che spazza via, distrugge tutto ciò che è male. Meditare il Battesimo di Gesù significa anche per noi prendere in mano la vita per fare chiarezza dentro di noi. Significa prendere in mano il nostro Battesimo. Ma che fine ha fatto il mio Battesimo? A cosa mi serve?

Essere battezzati vuol dire essere uniti a Dio; “Tu sei mio figlio l’amato”, noi apparteniamo a Dio.

Da questo, ne derivano alcune conseguenze.

La prima è che Dio non è più molto lontano per noi. Vivere il Battesimo è accorgersi della presenza di Dio. Un Dio che ha da dire cose enormi e lo fa sottovoce. Solo sottovoce si parla con il proprio cuore. Solo sottovoce si pronunciano le parole dell’amore. Solo sottovoce si dialoga con Dio nella preghiera. Solo sottovoce si ama. Dio non ha bisogno di scadenze, di grandi eventi, di feste. Essere battezzati non significa avere un teorico e arido programma da realizzare, ma avere l’amore di Dio. Non è avere delle regole a cui attenersi, ma è prendere in mano ciò che sono.

Una seconda conseguenza di quanto ho detto è che noi non ci facciamo cristiani. Divenire cristiani non è una cosa che segue da una mia decisione: «Io adesso mi faccio cristiano». Certo, anche la mia decisione è necessaria, ma soprattutto è un’azione di Dio con me: non sono io che mi faccio cristiano, dicendo «sì» all’azione di Dio, divento cristiano. Come io non mi faccio vivere, ma la vita mi è data; così anche l’essere cristiano mi è donato. Non ci si fa cristiani da se stessi, ma si è fatti cristiani da Dio. Il Battesimo lo si riceve… lo si riceve.

Un terzo elemento: essendo immerso in Dio, sono unito ai fratelli e alle sorelle, perché tutti gli altri sono in Dio. sono immerso nella comunione con gli altri. Essere battezzati non è mai un atto solitario di «me», ma è sempre necessariamente un essere unito con tutti gli altri, un essere in unità e solidarietà con tutta la Chiesa, con tutta la comunità dei suoi fratelli e sorelle. Questo fatto che il Battesimo mi inserisce in comunità, rompe il mio isolamento. Dobbiamo tenerlo presente nel nostro essere cristiani.

La maggioranza di noi ha ricevuto il battesimo da neonati: i nostri genitori (più o meno coscientemente) hanno voluto donarci tutto il loro cuore e la loro passione per Dio appena nati. Purtroppo, però, per molti di noi questa esperienza di Dio è rimasta sepolta nel passato e non abbiamo coscienza di ciò che è accaduto in quel giorno.

Siamo diventati figli di Dio. Ecco noi oggi vogliamo accogliere pienamente questo dono. Perché non è un dono che è stato fatto allora e basta, non è una cosa da ricordare e basta. Il Battesimo è un elemento costante nella nostra vita. Noi siamo stati immersi nella vita di Dio e ciò che è accaduto quel giorno non è una questione di dieci minuti; è una realtà che diventa stabile nella nostra esistenza. Noi siamo ancora adesso, sempre, immersi in quel nome.

Noi vogliamo quindi ringraziare. Ringraziare per quanto il Signore opera e impegniamoci affinché ciascuno di noi abbia la possibilità dio vivere secondo l’Amore che ci è stato donato. E chiediamo ancora la grazia di poter corrispondere come figli a questo Amore.