ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA, ANNO C

Il vangelo di oggi racconta la visita di Gesù in casa di Zaccheo e si conclude con una bellissima espressione, che riassume lo scopo della venuta di Gesù sulla terra: “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

Queste parole ricordano le indicazioni d’intenti della scorsa domenica. Lì si affermava che “Gesù non era venuto per i sani, ma per i malati, non peri giusti, ma per i peccatori”.

La notizia del passaggio di Gesù attraverso la città di Gerico doveva aver avuto una notevole risonanza; s’era radunata infatti una gran folla. Quella folla era l’indice trasparente del grande consenso di cui Gesù, giunto ormai a pochi giorni della sua passione, ancora godeva.

Tra tutta quella gente Zaccheo aveva l’impressione di scomparire. Luca precisa che era basso di statura; ma probabilmente non si trattava soltanto della statura fisica. Zaccheo s’era imbarcato in una vita sbagliata; ora che, con il passaggio di Gesù, la religione tornava al centro della vita pubblica, egli doveva sentirsi come un corpo estraneo. S’era segretamente rassegnato a rimanere soltanto spettatore del passaggio di Gesù; ed era salito su di un albero. Gesù lo fece scendere e da solo si invitò a casa sua. Mai Zaccheo avrebbe immaginato una cosa del genere, una fortuna del genere; scese in fretta e accolse Gesù con gioia.

La folla, che pure era venuta per amicizia, con il desiderio di vedere Gesù e di applaudirlo, cambia all’improvviso umore e mormora: tutti mormoravano, dice il vangelo. Tutti sono contrariati, addirittura irritati, dal fatto che Gesù sia andato ad alloggiare da un peccatore! Il fatto che il profeta di Nazaret cercasse riposo nella casa di Zaccheo appariva come una trasgressione.

Al fastidio della folla si oppone la gioia di Zaccheo: scese dall’albero in fretta e lo accolse pieno di gioia. La fretta, la gioia, il fervore, sono tutti atteggiamenti in netto contrasto con la precedente immobilità quasi statuaria del suo atteggiamento di spettatore della festa.

Zaccheo era un pubblicano; qualsiasi cosa facesse un uomo così, pubblico peccatore, sarebbe stata subito notata e anche criticata da tutti. Si capisce come preferisse vedere Gesù senza essere visto da alcuno.

Zaccheo, da una condizione di quasi paralisi scende in fretta, appena si sente interpellato da quell’invito; scende dall’albero pieno di gioia, per accogliere Gesù; pare che all’improvviso scompaia in lui ogni timore della folla. Neppure la vede più la folla; vede solo il Maestro. Gli corre incontro.

Neppure sentì le mormorazioni di tutti contro di lui, e contro Gesù.

Con la sua improvvisa conversione Zaccheo dà una mano a Gesù; attraverso la sua testimonianza Gesù può mostrare “che egli è venuto per cercare è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”

Viene naturale chiedersi: ma che cosa mancava a Zaccheo, perché egli già prima di quel giorno si decidesse a cambiare la propria vita? Perché dovette attendere il passaggio di Gesù e la sua visita per convertirsi? Che cosa gli mancava?

Gli mancava che qualcuno credesse nella sua conversione; gli mancava chi gli accordasse fiducia. Le nostre buone intenzioni, infatti, per tradursi in comportamento, hanno bisogno che ci sia qualcuno che ci crede. Soltanto a fronte alla fiducia che Gesù dimostra nei suoi confronti Zaccheo riconosce la possibilità della sua conversione.

Zaccheo, incrociando lo sguardo di Gesù, ha ritrovato un coraggio nuovo. Oggi come oggi ci vuole del coraggio. Coraggio di uscire dalla folla e proclamare la nostra fede. Trasmettere la fede richiede una grande responsabilità, siamo chiamati a metterci in gioco. Zaccheo è uscito dalla folla per vedere….

Spesso ci nascondiamo nella folla, abbiamo perso l’entusiasmo della fede.

Diceva il Papa ai seminaristi Romani: ”Vediamo che oggi nel mondo i cristiani sono il gruppo più perseguitato perché non conforme, perché è uno stimolo, perché contro le tendenze dell’egoismo, del materialismo, di tutte queste cose.

Siamo, come cristiani, proprio oggi, anche sempre stranieri. Nei posti di lavoro i cristiani sono una minoranza, si trovano in una situazione di estraneità; meraviglia che uno oggi possa ancora credere e vivere così.”

Zaccheo ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza.

Presto inizia la Quaresima! Tempo giusto per rinnovare la nostra fiducia in Dio che ama tanto ciascuno noi e il mondo intero. Il Signore vuole venire in casa nostra… accogliamolo! Preghiamo affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo amore, e trasmettere agli altri la sua misericordia.