S. PASQUA 2013

“Morivo con te sulla Croce, oggi con te rivivo, Con te dividevo la tomba, oggi con te risorgo!” E’ una delle antifone ambrosiane più belle e che la liturgia ci propone oggi come canto allo spezzare del pane ed è ancora più bella se un giorno la potessimo cantare.

Oggi con te risorgo!: questo è il desiderio che abbiamo nel cuore in questo giorno di Pasqua.

Noi oggi facciamo memoria viva della risurrezione di Gesù e ci uniamo a quanti, a partire da Maria di Magdala e dalle altre donne, a partire da Pietro e dagli altri apostoli, hanno testimoniato nel corso della storia la verità di questo evento che sta alla base della nostra fede.

Il vangelo si è concluso con la bellissima esclamazione di Maria di Magdala: “Ho visto il Signore!”. Cristo è vivo ed è risorto ed oggi vuole risorgere in me.

Dove trova origine questo annuncio cristiano? Nella chiamata che Dio rivolge a ciascuno di noi che oggi stiamo celebrando la Pasqua. Gesù chiama: “Maria!”, il testo dice che Maria si volta di nuovo. Non una volta, ma due volte, questo vuol dire che di fronte al Signore, pur vedendolo, Maria ha dovuto credere. E così è stato per tutti gli Apostoli. Anzi, in uno dei brani che la Liturgia ci offre nei prossimi giorni, si racconta di Gesù che appare ai discepoli e comincia a parlare con loro, e “alcuni dubitavano”. Hanno dovuto credere. Hanno dovuto fare questo passaggio dal vedere al credere.

Il cammino di fede non è semplice né immediato. Il discepolo che Gesù amava vide e credette. Simon Pietro arriva dopo, con calma; Tommaso vuole vedere e toccare; Maria di Magdala, che aveva trovato il sepolcro vuoto, cerca il cadavere. Tutti rappresentano l'umanità sempre alla ricerca di un salvatore. La ricerca di Gesù era ancora molto umana: Maria lo cercava tra i morti, dove non c'è più. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). Spesso anche noi cerchiamo Dio dove non c'è, attraverso modelli di successo, di potere. Gesù non si è arrabbiato per la ricerca sbagliata e imperfetta di Maria: si rivela a lei non dicendole: sono risorto, sono vivo, ma semplicemente la chiama per nome: Maria. Si tratta di una rivelazione personale che infonde alla donna non solo la certezza che Cristo è vivo, ma pure la coscienza di essere da lui conosciuta veramente, profondamente.

         Così Gesù vuole incontrarci: si avvicina a ciascuno di noi oggi. Non ci lascia mancare i segni perché possiamo giungere alla fede. Ciascuno di noi può fare l'esperienza del Risorto.

“Non fatevi rubare la speranza che è in voi”. Ci ha detto a chiara voce domenica scorsa Papa Francesco.

         La nostra fede è il rimettersi al Signore che ci chiama perché ha bisogno di noi. È un uscire da noi stessi, dalle preoccupazioni della nostra vita. È uno slancio verso la sua volontà. Maria deve andare dai "suoi fratelli" per annunziare: "Ho visto il Signore" (Gv 20,18);

Liberiamoci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. (don Tonino Bello)

La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.

Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno; che impedisce la comunicazione con l’altro. Questi macigni di solitudine, di miseria, di malattia, di cattiveria, di disperazione … ci rubano la speranza che è in noi.

Pasqua allora sia per tutti il rotolare via questi macigni, sia l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

 

Auguri e una buona Pasqua così!