III dopo il martirio di Giovanni Battista “C”

In questi giorni il nostro Arcivescovo ha scritto per tutti i cristiani della nostra Diocesi di Milano una Lettera Pastorale: “il campo è il mondo” che porta come sottotitolo: “Vie da percorrere incontro all’umano”.

Nella parabola del buon seme e della zizzania il mondo viene chiamato “il campo”. Il mondo è la città degli uomini. Stimolati dall’esempio concreto di Papa Francesco siamo invitati ad uscire in questo mondo per incontrare gli uomini. E come si realizza questo uscire da se stessi per portare a tutti il Vangelo? Questa è la domanda che si pone il nostro Arcivescovo. Risponde dicendo: “Esponendo se stessi. Attraverso la nostra TESTI-MONIANZA”.

Non arriviamo alla fede da soli, ma grazie alla testimonianza di chi ci ha preceduto. La fede è una scelta personale, ma c’è qualcuno che ce l’ha trasmette. Non solo i genitori, anche perché oggi non è così ovvio che genitori trasmettano la fede ai propri figli, c’è la Comunità Cristiana, tutti coloro che ci hanno generato alla fede con il loro esempio, le loro parole e azioni. Questa testimonianza è importante perché è la dimostrazione di un legame di amore fedele tra Dio e l’umanità.

Le letture di oggi ci presentamo tre aspetti della testimonianza di fede:

ISAIA mette insieme il peccato del popolo e l’amore di Dio. E’ strano! Il peccato invece di stancare Dio, lo prova nel suo amore. “Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati”.

La lettera agli EBREI mette in luce la fede dei padri che con la loro perseveranza hanno permesso alla storia della salvezza di giungere alla sua pienezza in Gesù.

Anche la venuta di Gesù è stata preparata dalla testimonianza di GIOVANNI. Giovanni ha dato prova del suo amore per la Parola di Dio fino a farsi infiammare dalla sua forza e farsi guidare dalla sua luce.

La catena dei testimoni ha portato fino a noi questa Parola: ora sta a noi accoglierla perché trasformi la nostra vita e diventi la nostra buon notizia per gli altri.

In quanto testimone il cristiano non può stare fuori dal mondo, ne prendere le distanze dagli altri.

In questo mondo dove Dio viene spesso lasciato e di conseguenza viene sostituito da qualcos’altro… quanti surrogati esistono al giorno d’oggi.

Quando l’uomo ascolta la parola che è Cristo, quando entra in relazione con Lui, la sua vita riprende ad essere una vita umana,

La lettera agli ebrei ci dona queste meravigliose parole: la vita è come una corsa e quando si è in gara non si guarda a destra o a sinistra, ma si fissa lo sguardo sulla mèta.

Chi corre vuole più che mai alleggerirsi, abbandona ciò che appesantisce la vita. La lettera agli Ebrei ci parla di una corsa che ci sta davanti, “tenendo fisso” è scritto:” lo sguardo su Gesù”.

Teniamo fisso lo sguardo fisso su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. In lui la nostra testimonianza sarà vera, perché in lui noi vediamo il volto di ogni uomo.

La fede si rafforza donandola e di conseguenza la testimonianza consente di gustare ancora di più la bellezza della vita cristiana.