l PROFUGHI ALLA C.O.P.S 

Anche la nostra comunità, al pari di altre parrocchie della diocesi di Milano, apre le porte ai profughi e mette a disposizione un piccolo alloggio per alcuni migranti. Come cristiani non possiamo far finta di niente e tenere chiuso il cuore e, come auspicato da papa Francesco, stiamo mettendo a disposizione un paio di locali da adibire all’accoglienza secondo le nostre possibilità.

E’ noto a tutti il flusso di migranti verso il nostro Paese che ha assunto nell'ultimo periodo dimensioni consistenti e non previste, anche a causa di guerre in corso non lontano dai nostri confini (Libia e Siria solo per citare le più rilevanti). Papa Francesco, intervenuto sul tema durante l'Angelus di domenica 6 settembre, ha rivolto "un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa a esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo". Il Cardinale Scola ha successivamente sollecitato le realtà parrocchiali e religiose a consentire l'accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti asilo coinvolti nel flusso migratorio che sono già presenti sul territorio.

In risposta a queste richieste, la nostra comunità pastorale ha trovato 2 locali, più servizi, nella ex-casa parrocchiale di S. Stefano. Si potrebbe obiettare che, anziché a S. Stefano, si sarebbero potuti accogliere in un'altra parrocchia. Senza dimenticare i doveri di ospitalità che spettano in egual misura a tutti, in accordo con i requisiti indicati dagli incaricati diocesani e con la nostra Caritas, abbiamo individuato la ex casa parrocchiale di S. Stefano perché, tra quelle presenti nella Comunità, è l'unica non utilizzata e soprattutto ben separata dall'edificio della chiesa. In questi giorni, anche con l’aiuto di volontari, sono in corso alcuni lavori di sistemazione.

          A questo scopo, stipuleremo a breve un contratto di comodato d'uso con la “Cooperativa Intrecci”, incaricata dalla Caritas Ambrosiana, che sarà la diretta responsabile dell'accoglienza e della gestione economica delle attività dei profughi.

Il progetto d’'accoglienza coinvolgerà l'intera Comunità Pastorale, mentre la Caritas della Comunità pastorale si farà carico dei costi dei lavori, senza mai dimenticare i bisogni delle famiglie residenti nella nostra comunità.  Ricordo inoltre che le spese di manutenzione ordinaria e i "costi vivi" (es. luce, acqua e gas) derivanti dall'ospitalità saranno interamente a carico della Cooperativa Intrecci.

Non voglio sottovalutare la fatica e il disagio, le paure e le insicurezze, la crisi economica che enfatizza le tensioni, ma sono convinto che questa nostra disponibilità darà i suoi frutti, dandoci la possibilità di "toccare con mano" le situazioni che vivono le persone in fuga da contesti di guerra: persone che, finché le vediamo alla televisione, sembrano essere lontane e, in definitiva, diverse da noi. Confido nella collaborazione e nella preghiera di tutti per il buon esito dell'accoglienza.

Nessuno va lasciato solo. La paura non può guidare le nostre scelte ne far venire meno l’impegno concreto del nostro essere cristiani. Papa Francesco ricorda che “Misericordia è il secondo nome dell’Amore: 'tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me'", dice Gesù. Non c’è miglior partenza all’inizio di questo Anno Santo della Misericordia. «Dalle parole ai fatti». È un segno stupendo di come il Papa voglia davvero una Chiesa povera per i poveri, capace di spingersi nelle periferie per portare l’amore di Cristo a tutti, a partire dai più poveri ed emarginati.

 

don Claudio