Omelia nella notte Natale 2016

Il Signore è mia luce e mia salvezza”, oppure “Tu sei la mia luce”, è un’esclamazione del Salmo 27, quella luce che riempie la scena dell’adorazione dei pastori,

 

Quando i pastori, mentre pernottavano all’aperto per fare la guardia al loro gregge, vengono sorpresi da un annuncio di salvezza e subito avvolti di luce, che proviene da un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia.

 

Davanti a questo spettacolo i pastori si mettono in ginocchio, lasciandosi trasformare in primi annunciatori di quella luce che vince ogni tenebra di morte.

 

Anche il Vangelo di Giovanni, che abbiamo ascoltato, dice: «la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta». È una parola straordinaria di speranza!

 

«La luce splende nelle tenebre». Quando siamo nelle tenebre abbiamo, giustamente, paura: perché non vediamo, non sappiamo … Le tenebre paralizzano, spengono quasi la vita. Nascondono le difficoltà e i pericoli, ma non li eliminano e così queste provocano ancora più danni.

 

Quante oscurità stanno avvolgendo la nostra umanità: abbiamo voluto rappresentarle nel presepio fatto per questa celebrazione: l’oscurità della guerra, la sofferenza dei terremotati, la paura dei profughi … e in questi giorni il terrore di chi non è più libero neppure di andare ad un mercatino di Natale…

 

Le tenebre nascondono le cose belle, i colori, i volti.  Pure noi diventiamo incapaci di vedere e di gustare i doni della vita!

 

Ma noi non vogliamo farci schiacciare dalle tenebre. È sufficiente la piccola fiamma che ognuno di noi porta nel cuore per riaccendere fiducia e speranza. Lo abbiamo ben rappresentato quando nell’ombra della sala, alcuni di noi hanno portato il lume della propria fede davanti Gesù nel presepio.  

 

Tutto questo ‘finisce’ e rinasce, quando nelle tenebre si accende una luce. Basta una lucina, anche piccola, per vincere le tenebre. L’evangelista infatti dice: «e le tenebre non l’hanno vinta»!

 

 

 

Ecco, questo è Natale: una luce si è accesa nella storia dell’umanità. È una luce piccola, un bambino, perché Dio agisce sempre così… nell’umiltà, nel silenzio, nella piccolezza

 

«Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo». È bella anche questa parola. Quando la luce si accende, essa illumina il nostro volto, mentre la guardiamo. Così come illumina il volto di chi ci sta vicino. La luce si moltiplica sul volto dell’uomo.

 

Eppure, con grande realismo, il Vangelo aggiunge: «venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto». La luce ci illumina, è più forte delle nostre tenebre, eppure in essa non c’è nessun potere ‘magico’.

 

Il nostro volto viene illuminato, ma noi possiamo coprirlo. Non possiamo spegnere questa luce, ma abbiamo il potere di sottrarci alla luce e di allontanarci, di ricadere nell’oscurità. Il dono della luce, che è il dono della grazia di Gesù, richiede sempre il “sì” della nostra libertà.

 

 

 

Davanti al mistero del Natale, l’evangelista Giovanni dice con parole stupende, forse le più belle di tutto il Vangelo, chi è questa luce: «e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».

 

La Parola eterna di Dio si è fatta carne, è entrata nella storia, l’ha accesa di sé e ci ha aperto una speranza, oltre i nostri conflitti, le nostre miserie.

 

E allora cosa dobbiamo fare? Come dobbiamo rispondere a questa luce di grazia?

 

Il vangelo suggerisce solo un piccolo passo: accogliere la luce di Gesù, farla risplendere sul nostro volto, non è fare cose impossibili. Gesù che ci porta la sua speranza, ci chiede di essere uomini e donne di speranza.

 

Possa questo Natale del Signore Gesù essere per noi motivo di speranza. Dal nostro cuore nasca la preghiera di fede “Tu sei la mia luce”! E la notte che porta con sé paura, solitudine, smarrimento sia vinta da quel bambino che è nato per noi, sempre alla ricerca della pienezza di vita, di felicità e di amore.

 

E come i pastori non esitiamo a raccontare agli altri la bellezza di una vita avvolta da questa luce. Non vergogniamoci della nostra fede. Facciamo questo, giorno dopo giorno, attraverso scelte coraggiose e concrete.

 

E allora ogni giorno sarà Natale e poter regalare luce a chi è nella notte.

 

Molti uomini e donne lo hanno vissuto prima di noi e c’invitano ancora a viverlo come ha fatto Santa Madre Teresa di Calcutta attraverso le parole della preghiera che vi invito a leggerla insieme:

 

È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.

 

È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.

 

È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.

 

È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.

 

È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.

 

È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

 

 

 

Possiamo rimpiazzare la parola “E’ Natale”… con “Sei luce  ogni volta …. 

Condividendo questa preghiera rivolgo a voi presenti e alle vostre famiglie l’augurio più bello di Buon Natale.