Veglia pasquale 2018 - Omelia

La corale e tutti noi abbiamo cantato l’Alleluia pasquale. Per tutta la Quaresima non si è cantato. Lo abbiamo cantato con gioia perché il nostro Signore è vivo, è veramente risorto! In tutte le comunità cristiane risuona questo annuncio di vita.

 

Alleluia vuol direLodate il Signore” e noi lodiamo il Signore perché non è rimasto incatenato dalla morte, ha vinto la morte, è vivo per sempre ed è presente in mezzo a noi.

Qui sta il cuore della nostra fede.

Nella veglia pasquale, accanto all’abbondante ascolto della parola di Dio, ci sono dei segni molto significativi.

 

Ne richiamo qualcuno per sottolinearne il valore e il significato che ha per ognuno di noi.

 

1.       Anzitutto il cero e la luce.

 

Questo cero, che prima era spento, rappresenta il Crocifisso Risorto, luce del mondo. La luce di quel cero viene dal sacrificio: il cero illumina solo se si distrugge, se si consuma. Cosi Gesù ha attraversato la passione, ha sperimentato la morte, si è consumato per noi per essere luce di vita per sempre.

 

La luce del Risorto vuole liberarci dalle oscurità dei nostri sepolcri. Dai sepolcri delle nostre debolezze, delle nostre doppie vite, dal sepolcro del nostro peccato. Dopo il buio del venerdì santo e il silenzio del sabato santo, la creazione riprende il suo corso: è il primo giorno della nuova creazione.

 

In questo nuovo giorno siamo entrati quando abbiamo ricevuto il Battesimo, per mezzo del Battesimo abbiamo ricevuto la vita nuova.

 

2.       La memoria del nostro Battesimo

 

Ed ecco il secondo segno: tra un po’ benediremo il fonte e faremo La memoria del nostro battesimo, che segna proprio il momento in cui la risurrezione è diventata operante in noi. Faremo questa memoria, rinnoveremo in noi il desiderio di seguire Gesù, per portare la sua luce a tutto il mondo.

 

3          Siamo al sepolcro come le donne del Vangelo: spinti dall’amore

 

Questa notte anche noi abbiamo lasciato le nostre case e ci siamo portati al sepolcro del Signore, come le donne del Vangelo. Queste donne sanno che la tomba e stata chiusa con un masso pesante, ma non si preoccupano di come loro lo sposteranno.

 

Cosi fa l’amore: va, si mette in moto, comincia a fare, a servire, senza troppi perché, senza interrogarsi sui mezzi. Chi ama, Chi vuole amare… non si pone tanti problemi… ama e basta!

 

E l’amore viene premiato: il masso e già rotolato via dal sepolcro. E sembra quasi che l’angelo stiano lì a rimproverarle. Le sue parole suonano per dire “Di che cosa avete paura? Il Signore non è qui è risorto!”

 

Quanto facilmente rischiamo anche noi di tornare indietro, di guardare indietro. Siamo tentati di tornare ai sepolcri dai quali Cristo Signore ci ha liberato una volta per tutte.

 

Abbiamo bisogno di essere liberati da quei macigni che ci opprimono ogni giorno: il Vescovo don Tonino Bello ci direbbe che la “Pasqua è la festa dei macigni rotolati”.

 

Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che blocca ogni filo di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.

 

È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, del lamento, della disperazione, del peccato. Quante pietre tengono chiuso il nostro cuore e non gli permette di amare.

 

Pasqua allora, sia per tutti il rotolare questi macigni, sia l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo della resurrezione di Cristo. Aiutiamoci in questo. Diveniamo anche noi segni di Pasqua in forza della vita nuova dataci dal Battesimo.

 

Oggi, nel nostro mondo così tanto oscuro, noi cristiani dobbiamo essere luce, luce di Pasqua: permettiamo al Signore di portare, tramite noi, la sua pace, il vero bene, la sua misericordia.

 

Teniamo viva la fiamma della fede in Cristo Risorto: solo così potrà risuonare in noi e intorno a noi la gioia della Pasqua.

 

Auguri a tutti!

d. Claudio